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  • 17 Marzo 2016

L’omaggio a Robert Altman e l’incontro con la John Snellinberg Film

L’omaggio a Robert Altman e ai suoi “frammenti poetici”, tra musica,moda e marijuana

E l’incontro con la John Snellinberg Film: come rileggere tutti i generi possibili e immaginabili tra Prato e la Cina

Venezia, 17 marzo. Durante la prima giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival si sono svolti due dei programmi speciali più attesi del festival: l’omaggio a Robert Altman a cura di Michele Fadda e l’incontro con il collettivo italiano John Snellinberg Film a cura di Michele Faggi.

Lo Short ha presentato un omaggio a uno dei più significativi registi americani del secondo dopoguerra: Robert Altman. Il programma sul grande autore americano (Palma d’oro a Cannes nel 1970 per M*A*S*H, premio Oscar 1976 per Nashville) comprendeva tre corti.

I tre film risalgono al periodo precedente i grandi successi del regista americano, ma non dovrebbero essere sottovalutati. Infatti, come affermato da Michele Fadda, tutta l’opera di Altman può essere considerata un unico e omogeneo percorso di indagine della società americana dagli anni ’50 in poi: “C’è un’unica opera, non una serie di film. È un affresco di piccoli frammenti sull’America”. Questo affresco è composto da una miriade di voci, di toni e di ambientazioni diverse che trovano nel frammentario e nel marginale la loro incarnazione più sincera. Altman, ha proseguito Michele Fadda, può quindi essere considerato un “poeta del frammento” che indaga l’altra faccia del sogno americano.

Il primo e più breve dei film presentati è stato Girl Talk, un video musicale per la canzone omonima del cantante americano Bobby Troup. Circondato da un folto gruppo di avvenenti modelle intente a cambiarsi continuamente vestiti in quella che ha tutto l’aspetto di una boutique d’alta moda, il cantante osserva compiaciuto il caos che lo circonda. La regia di Altman e l’ambientazione sembrano alludere ai futuri film del regista americano sulla musica, in particolare Nashville, e sulla moda, come Prêt a Porter. A seguire è stato proiettato Pot au feu, corto satirico e irriverente sul consumo di marijuana. Nel film a scene idilliache e quotidiane dove persone comuni fumano continuamente spinelli, si alterna una specie di finto Cooking Show dove si istruisce una casalinga nel corretto uso dell’erba. Il tono dissacrante e la regia anti-climatica di questo corto saranno fondamentali per il suo futuro successo M*A*S*H. L’ultimo corto presentato è stato The Perfect Crime, un film commissionato dal National Safety Council e realizzato da Robert Altman per la Calvin Company, compagnia specializzata in film didattici e industriali. Questo film si sviluppa come un atto d’accusa verso l’indifferenza della cittadinanza verso le morti stradali, ma può anche essere considerato come uno di quei film anni ’50 ispirati dal mito della velocità, molto in voga in quegli anni. In questo senso può essere visto come uno dei primi frammenti di quel mosaico critico dell’America che Altman produrrà durante tutta la sua carriera

A seguire, il collettivo John Snellinberg Film, composto da 12 persone e rappresentato allo Short da Lorenzo Orlandini, Luca Taiti e Patrizio Gioffredi. I tre hanno introdotto sul palco cinque video musicali da loro realizzati per vari e artisti e due dei loro cortometraggi più rappresentativi, The day before the day after e Il racconto di Natale di John Snellinberg.

Il collettivo ha realizzato la prima opera nel 2008 con l’idea di “raccontare storie che appartenessero ad una realtà conosciuta, storie che potessero sembrare vere, vive, vicine”. “Noi abbiamo l’obiettivo in qualche modo abbastanza folle di rileggere tutti i generi possibili ed immaginabili. Abbiamo cominciato anni fa con il lungometraggio La banda del brasiliano, un poliziesco anche se poi in realtà si parlava di precariato, è una via di mezzo tra una commedia a sfondo sociale e un poliziesco. Quando l’abbiamo fatta, il precariato era un tema di cui ancora si parlava poco, e anche lo scontro generazionale era una cosa che passava un po’ in secondo piano. Per noi invece era un tema urgente, e quindi unendo la nostra passione per il cinema, abbiamo deciso di far prendere in mano le pistole a questi precari incazzati giocando anche un po’ sugli stereotipi del poliziesco ma che non sono più applicabili perché la rabbia di una certa generazione anni ’70 era sfumata in una disillusione totale. Questo pessimismo fa parte un po’ dell’essere toscano; sono temi che ci piace trattare con un’ottica malinconica e dall’altra parte con un’ottica comica”.

L’intera produzione rispecchia il forte attaccamento alle radici e al luogo da cui si proviene la John Snellinberg Film e questo è il motivo per cui l’ambientazione è nella provincia toscana, dalle parti di Prato, caratterizzata da uno spirito locale con un’entità abbastanza definita. Nel futuro i progetti prevedono un road movie tra Prato e la Cina (attualmente Prato è metà cinese e metà italiana). Con un cast composto da attori professionisti, persone civili normali e attori di teatro, un mix di persone provenienti dalla vita quotidiana, i corti sono caratterizzati da un approccio narrativo, non sembrano neanche essere video musicali (come il video per i Calibro 35). “E’ l’occasione per sperimentare quel tipo di cinema che altrimenti in Italia non avrebbe spazio”.

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