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  • 21 Marzo 2014

Il fumetto non costa nulla. Intervista a Igort

 

“IL FUMETTO NON COSTA NULLA”: IL MONDO DI IGORT, DA VALVOLINE MOTORCOMICS AL CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL

Igort, all’anagrafe Igor Tuveri, è uno di una celebre factory, Valvoline Motorcomics (in ordine di apparizione: Lorenzo Mattotti, Daniele Brolli, Giorgio Carpinter, Marcello Jori, Igort e Jerry Kramsky), cioè quei sei amici che cambiarono il fumetto nella Bologna degli anni Ottanta.

E’ il celebre fumettista artefice dell’immagine del manifesto del Ca’ Foscari Short Film Festival 2014. Tratta dall’edizione rivista della sua opera Sinfonia a Bombay, il disegno ritrae la silhouette della protagonista che si staglia su un arco invaso dalla luce di una città orientale; accanto alla figura di un minaccioso uomo armato, la ragazza volge lo sguardo all’interno buio dell’edificio in cui è prigioniera. È l’immagine di una violenza, tema ricorrente anche nei corti del Concorso di quest’anno, che se da un lato prende in prestito la sensualità di forme anni quaranta e il clima del noir cinematografico, dall’altro gli rende il favore grazie all’intreccio narrativo drammatico.

Nell’incontro ravvicinato al festival, gli abbiamo chiesto come vede il rapporto tra cinema e fumetto e come gli sembra cambiato Sinfonia a Bombay nei trent’anni intercorsi tra la prima pubblicazione e oggi, con quello stesso disegno che rappresenta un festival di corti cinematografici. Per Igort però l’idea d’influenza è prettamente occidentale. Come tutti anche lui è cresciuto con i film, ma in essi non vede forze d’influenza che lo attraggono o respingono, ma, da un punto di vista non-occidentale, crede che attraverso le cose che ama capisca meglio chi è e cosa voglia raccontare. Il cinema gli ha fornito molte suggestioni, ma col tempo un autore cerca sempre di più di capire cosa gli interessa, perché per lui l’esotismo ha avuto così importanza per esempio. In realtà il cinema è una macchina dei sogni, come il teatro.

Affrontando il tema che è diventato centrale in questa edizione, quello della sopraffazione sull’individuo, abbiamo chiesto in che modo vede Igort quella volontà di indagare e raccontare il reale, di denunciare, ripresa da lui anche nei suoi Quaderni ucraini. Igort afferma che nel suo linguaggio, il fumetto, adesso, c’è una dimensione pionieristica di sperimentazione, ma anche un momento in cui si stanno affrontando temi già esistenti trent’anni fa: la violenza fisica era già presente in Sinfonia a Bombay, che era tratto da una storia vera, in cui aveva voluto rappresentare la morte della bellezza, ma anche la rinascita presente in questa morte, collegandosi a una visione del mondo basata sulla antinomia, sulla coincidenza degli opposti, idea che Igort riprende dal pensiero russo. E ancora:

«Anche questa epoca è piena di contraddizioni. L’Italia è da una parte un paese che ha perso completamente una dimensione etica, e dall’altra parte c’è una spinta molto forte a ritrovarla, a ritrovare un centro, anche in maniera disordinata. Oggi Pasolini non avrebbe una collocazione, al suo tempo c’erano dei Moloch contro cui combattere, oggi è tutto molto ambiguo. La violenza è anche questa, una violenza sottile, postmoderna, un fascismo postmoderno che è molto più difficile da affrontare perché non è frontale, e quindi occorre, come quando si va a fare una scalata, attrezzarsi con le scarpe giuste. Il cinema in questo è una scintilla importante, anche se è molto difficile capire, perché la comprensione dipende anche dalla complessità del regista. L’importante però è farsi attraversare da queste cose e non è detto che serva essere negativi per fare un’analisi migliore, anche se l’arte di tutto il ‘900 è profondamente negativa e proprio per questo potentissima. Cosa sarebbe il cinema oggi senza Kubrick o Scorsese?».

Parlando di questa sua esperienza allo Short, l’artista sardo ha sottolineato la diversa concezione del fare e del sapere tra occidente e oriente. Qui nei musei si viene tenuti a distanza, separando così le due cose, in Giappone invece si ricostruiscono le opere d’arte, e si espongono anche le riproduzioni, che possono essere toccate, ci possono giocare i bambini. Un festival fatto da persone che studiano è fatto da persone che si stanno misurando col fare e questo è importantissimo. Bisogna poter sbagliare per imparare.

Questi discorsi sono stati poi ripresi e approfonditi nel corso del programma speciale a lui dedicato: “Il mondo di Igort”. Davide Giurlando ha dialogato con il fumettista, ripercorrendo la sua carriera e arrivando ad anticipare alcuni nei dei progetti futuri. Nel lungo dialogo si sono ripercorsi i viaggi – culturali e fisici – compiuti da Igort in vari paesi nelle diverse stagioni della sua vita, dal Giappone, all’India, alla Russia, le sue esperienze, il suo immergersi in quei luoghi e in quelle mentalità diverse che tanto hanno influito sulla sua visione del mondo, sempre con la matita in mano, perché, in fondo “il fumetto non costa nulla”.

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