Notizie dal Festival


  • 18 Marzo 2017

Lo Sguardo Sospeso

Nel secondo giorno del Ca’ Foscari Short Film Festival ha avuto luogo la quarta edizione di Lo Sguardo Sospeso, alla presenza della curatrice Elisabetta di Sopra e di Alessandra Arnò, co-fondatrice di Visualcontainer, il primo distributore italiano di videoarte che si occupa di raccogliere, selezionare e diffondere le opere più sperimentali e variegate del panorama della videoarte italiana, promuovendo giovani e talentuosi artisti che si mettono in gioco, sfruttando anche la tecnologia, per toccare diverse sensibilità artistiche.

Tra i presenti in sala anche Flavio Scutti, regista di Rides, un’opera nata da un’esperienza personale rielaborata e decostruita mediante la tecnologia digitale. Si allontana dal ricordo per diventare essa stessa una realtà altra che conserva ancora traccia del passato. Si avvicina invece alla quotidianità Dreammachine di Alessandra Caccia, anche lei presente alla proiezione, frutto di una riflessione su alcuni esami diagnostici. La regista, che prende ispirazione anche dalla fotografia, enfatizza il martellante suono della risonanza magnetica che trasporta il paziente in una dimensione onirica, dandogli occasione di riflettere e scandagliare il proprio animo. Introduce il concetto di resilienza, cioè la capacità di un oggetto di resistere agli urti e quindi di trarre forza da un avvenimento negativo, trasformandolo in un momento di “cambiamento e crescita” personale. A seguire la proiezione Weltanschauung – Il mondo come volontà di rappresentazione di Matteo Pasin.

Il regista si è servito di Google Earth per proporre un frenetico susseguirsi di sovrapposizioni di immagini della Terra, spazzando via le comuni certezze. Riccardo Muroni è invece l’autore di 010, lavoro incentrato sul capovolgimento della logica antropocentrica. Privo di dialoghi, il focus è tutto sui temi del doppio e della possibile esistenza di universi paralleli. Pic nic di Barbara Brugola e Trond Arne Vangen, ispirato a “La colazione sull’erba”, affronta in maniera innovativa il tema doloroso della violenza. Da questo punto di vista Alessandra Arnò ha sottolineato come con la totale assenza di figure maschili, la protagonista tenti di riprendere il controllo della propria vita attraverso il semplice atto di mangiare della frutta. Il suo corpo inizia a rigettare il frutto della violenza subita e con un improvviso attacco di tosse la ragazza vomita un sasso, metafora dell’atto. Infine è stato presentato Slow di Enzo Cillo. È notte fonda e i vari elementi del paesaggio urbano prendono forma iniziando un silenzioso dialogo: la luce elettrica dei lampioni, il fruscio del vento e la luna, ripresa da molteplici angolazioni, la cui luce contrasta con l’oscurità circostante.

Alessandra Arnò e Paolo Simoni, hanno poi illustrato le caratteristiche di Visualcontainer e la loro volontà di esaltare il gusto per la sperimentazione digitale e del linguaggio senza trascurare le tecniche più tradizionali. Oltre agli artisti locali che arrivano soprattutto dalla sede di Milano, Visualcontainer vanta scambi con paesi come Francia e Argentina e collabora con università, mostre, musei e festival legati alla videoarte e ai media. Fra i progetti collaterali creati nell’ultimo periodo figura anche il primo webchannel dedicato alla videoarte internazionale – VisualcontainerTV – che propone monografie e selezioni dai festival di settore ed è accessibile in Italia e all’estero. Da segnalare anche [.BOX] a Milano, uno spazio interamente dedicato alla proiezione e diffusione di opere sperimentali, divenuto in breve tempo punto di riferimento per critici e appassionati che desiderano andare oltre l’ordinario.

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