Programma speciale a cura di Stefano Locati
La selezione di quest’anno è percorsa dalla necessità di confrontarsi con la perdita, il dolore, la memoria. I cortometraggi presentati provengono da diversi paesi del sud-est e dell’est dell’Asia (Malesia, Indonesia, Filippine, Giappone) e affrontano il tema da diverse prospettive, dal sovrannaturale all’allegorico, passando per il lirismo, ma sono accomunati da un senso di impellenza nel mettere in scena l’ineffabile, ciò che trascende la soglia del conosciuto e del quotidiano per sfaldarsi nell’arcano, nell’inspiegabile. I quattro cortometraggi sono percorsi da fantasmi, apparizioni, tracce di ciò che non è più, figure di confine che interagiscono e si intrecciano con il mondo dei vivi, di chi rimane, di chi ricorda. Si tratta di ricerche personali, da un membro della famiglia scomparso al simbolismo più audace, ma che insieme raccontano di una volontà comune del cinema di interrogarsi sul nostro rapporto con la finitezza e il modo che ciascuno di noi ha di scenderci a patti. Una ricerca che il formato breve riesce a restituire nella sua forma più immediata, tagliente, cruda.
Stefano Locati
Posterity
Regia: Audrie Yeo
Malaysia, 11’
Una bambina si imbatte nei resti senza vita di una colomba. Decide di approntare un rituale funebre per facilitarne il trapasso, ma la sua azione ha un esito decisamente inaspettato. Audrie Yeo intreccia il tema della morte con quello del rapporto tra le generazioni. Il suo sguardo lieve riesce a mettere in scena con ironia un momento delicato di crescita e presa di consapevolezza.
The Scent of Rat Carcasses
Regia: Dharma Putra Purna Nugraha
Indonesia, 9’
Una madre ormai anziana e una figlia ormai adulta stanno piangendo la morte del marito-padre. La casa in cui l’uomo ha abitato sembra conservare tracce della sua presenza. Dharma Putra lavora per sottrazione, concentrando la messa in scena in luoghi angusti della cucina e del soggiorno, in cui la possibile presenza del dipartito assume un significato simbolico che si mescola al senso di claustrofobia crescente della figlia.
The New Faces
Regia: Mark Raymund Garcia
Filippine, 10’
Mescolando tecniche narrative e performance teatrale, Mark Raymund Garcia costruisce una riflessione inquietante e catartica sui mutamenti sociali portati dalla pandemia. Le sue entità mascherate dalle movenze ipnotiche e convulse, riprese in un bianco e nero onirico, fanno da contrappunto a un voice over dai toni profetici. Un viaggio esoterico-allucinatorio che offre uno sguardo sui nuovi volti dell’umanità.
Bagmati River
Regia: Matsumoto Yusaku
Giappone, 29’
Una donna giapponese è in Nepal, alle pendici del monte Everest, sulle tracce del fratello, scomparso da tempo. Un viaggio di ostinazione e speranza che deve scontrarsi con la rarefazione dell’ossigeno e il fluire del tempo. Matsumoto Yusaku, già regista del lungometraggio urbano Noise (2017), torna con un racconto struggente e controllato, in cui le emozioni sono sovrastate dalla vastità dei paesaggi.
