Il corpo svelato

Un programma speciale a cura di Carlo Montanaro - Archivio Carlo Montanaro


E’ grazie alla fotografia che si inizia a svelare la realtà del  corpo umano. Rendendolo assolutamente verosimile e, fin da subito manipolabile: alcuni fotomontaggi grossolanamente pornografici girarono presto clandestinamente,  coinvolgendo, irridendoli, i potenti, clero compreso. Ma la codifica del corpo ha consentito anche scientificamente di andare oltre, pretendendo dalla tecnologia di offrire la dimostrazione incontestabile delle dinamiche del movimento, della logica delle varie componenti della fisiologia. Prima (con Eadweard Muybridge e Etienne-Jules Marey) fissando nello scandire del tempo la successione delle pose necessariamente assunte, e poi fondendo uno dentro l’altro questi scatti fissi fino ad ottenere la percezione della gestualità. Inventando così il “cinematografo”, il movimento scritto con la luce. Con Edison in America e i fratelli Lumière in Europa. Anche avvicinandosi all’uomo e alla donna per carpirne le fisionomie (The Kiss e Le repas de bebe). E poi, dopo aver spettacolarizzato addirittura l’interno della massa corporea (John MacIntyre, Fist X-Ray Shot) , ecco, con Georges Méliès, da un lato ridicolizzare le operazioni chirurgiche (Une indigestion), e dall’altro subentrare la magia del comporre e dello scomporre (Un homme de tête, Nouvelles luttes extravagantes, Dislocation mysterieuse). Un corpo che inizialmente resiste alla strumentalizzazione (Apres le bal, il corpo ricoperto da un corsetto e sabbia al posto dell’acqua) ma che poi si scopre sempre più maliziosamente, recuperando la sfrontata tradizione teatrale del “vaudeville” (Le coucher de la marié, Mondaine au bain) e la innesta nello specifico tecnologico del nuovo modo di intrattenere che sfida le leggi della fisica, fino, nell’andare oltre, ad appropriarsi nella libertà delle regole del “surrealismo”. Ora con una donna talmente bella che, seppur vestitissima, manda in visibilio tutti gli esponenti dell’altro sesso (Une dame vraiment bien), ora con un ladro che, con qualche banale indicazione e un laboratorietto chimico “fai da te” addirittura scompare (Le voleur invisible) . Una sorta abecedario, alla fine,  di modi e sistemi che diventa grammatica della comunicazione per immagini e che arriverà sintassi alla fine della prima guerra mondiale.

Carlo Montanaro

 

PROGRAMMA DELLE OPERE PROPOSTE:

Eadweard Muybridge (1884/87) 1 57’’
Di origini inglesi, Eadward Muybridge fu uno dei pionieri della fotografia del movimento. Iniziò la sua carriera come librario ed editore prima di spostare l’attenzione sulla fotografia e diventare celebre per le sue immagini panoramiche di paesaggi. Quando venne assunto da Leland Stanford dovette inventarsi il modo di realizzare una fotografia in movimento per dimostrare che durante il galoppo di un cavallo esiste un istante in cui tutte le zampe sono sollevate da terra, e lo fece utilizzando la tecnica della cronofotografia, che gli permise di studiare dettagliatamente il movimento degli animali e delle persone. Il suo metodo, che consisteva nel fotografare il soggetto in movimento con scatti successivi grazie ad una serie di macchine fotografiche disposte sul percorso, permise di restituire alle immagini un senso di dinamismo, e la successiva invenzione del zoopraxinoscopio gli diede la possibilità di proiettare queste immagini, anticipando la tecnica adottata dal cinematografo dei fratelli Lumière.

Etienne-Jules Marey con Georges Demeny (1892) 30’’
Marey, fisiologo, cardiologo e inventore francese, stava già studiato il movimento da due decenni quando il lavoro del fotografo americano Eadweard Muybridge lo spinse a provare la fotografia nel 1881. A differenza di Muybridge, che utilizzava una batteria di macchine fotografiche per realizzare una sequenza di fotogrammi separati come i fotogrammi di un film, Marey inizialmente registrava le fasi successive del movimento su una singola lastra, analizzano contemporaneamente il movimento e presentando un’immagine virtuale del suo corso. Successivamente aiutato da Demeny che affiancò Marey per dodici anni, lavorando come suo assistente, adottò prima la carta e poi la celluloide emulsionate riuscendo a impressionare immagini in sequenza senza riuscire a proiettarle. Il vero problema era il registro nel posizionamento degli scatti in successione che il supporto non perforato non riusciva a conservare. L’assistente Demeny nel mentre inventò due apparecchi fondamentali per la nascita del cinema: il fonoscopio e il cronofotografo a camma eccentrica, i cui diritti vennero ceduti a Léon Gaumont.

W.K.L Dikson con William Heise, Sandow (1894) 30’’
William K.L Dikson diresse Sandow all’interno del Black Maria, il primo studio cinematografico americano. Il film era solo una parte dello spettacolo composto da tre filmati che avrebbero Il ritratto il celebre bodybuilder Eugen Sandow mentre flette i suoi muscoli. Piuttosto che rappresentare prodezze di forza fisica, il contenuto del film riflette l’attenzione del pubblico incentrata principalmente sul suo aspetto, che viene mostrato dettagliatamente con movimenti lenti e calcolati. Questi brevissimi filmati realizzati con il Kinetografo erano destinati al Kinetoscopio, un visore singolo azionato da una monetina.

William Heise, The John C. Rise, May Irwin Kiss (1896) 26’’
Denunciato come scioccante e osceno dai primi spettatori e censurato dalla Chiesa cattolica per il suo contenuto scandaloso, May Irwin Kiss (conosciuto anche come The Kiss) fu uno dei primi film mai mostrati commercialmente al pubblico. Dedicato alle visioni singole del Kinetoscopio, come tutta la iniziale produzione Edison, e dalla durata di circa 26 secondi, il cortometraggio raffigura una rievocazione del film girato al Black Maria. Propone infatti in un audacissimo primo piano il bacio tra May Irwin e John Rice nella scena finale del musical teatrale The Widow Jones di John J. McNally.

Luis e Antoine Lumiére, Repas de Bébé (1895) 35’’
Le Repas de bébé (tradotto come La colazione del bimbo) è un cortometraggio realizzato dai fratelli Lumiére, conosciuti per essere tra i primi cineasti consapevoli della storia. Venne proiettato insieme ad altri 9 film la sera del 28 dicembre 1895, quando venne presentato per la prima volta in una proiezione a pagamento (33 gli spettatori) del Cinématographe. cinematografo. Il breve filmato ritrae Auguste Lumiére e la consorte Marguerite Winkler Lumière insieme alla figlia Andrée in una comune scena di vita familiare, che divenne da subito molto popolare.

William Heise, Annabelle,  Serpentine Dance (1895) 35’’
Serpentine Dance è un corto girato da Heise e Dickson per il kinetoscopio di Thomas Edison. Il film raffigura l’attrice Annabelle Moore, emula di Loie Fuller, che si esibisce in una vorticosa danza, stringendo la stoffa della sua vaporosa gonna tra le mani e agitandola con movimenti circolari. All’epoca vennero realizzati molti filmati simili, in quanto molto graditi dal pubblico, e svariate copie vennero colorate a mano.

William Heise con James White, Fatima, Muscle Dancer 1’00”
Tra tutti i brevi film di danza prodotti dalla compagnia Edison, questo presenta una strana caratteristica visiva che solleva delle questioni di censura nel XIX secolo. Una ballerina, Fatima, si esibisce in un luna park in una “danza muscolosa” che sembra essere una la classica danza del ventre. In una replica del filmato incollata di seguito in un archivio, circa quaranta secondi dopo l’inizio del film, dei segnacci strategicamente sovrapposti sulla sua figura rendono meno palese (effetto vedo-non vedo) l’agitarsi delle parti del corpo presunte scandalose… aumentando però nello spettatore l’aspettativa rispetto a quello che si sarebbe potuto vedere… Due strani oggetti simili a cancelli appaiono infatti sulla pellicola, bloccando la nostra visione della ballerina, che continua la sua danza fino alla fine del film.

John MacIntyre, First X-Ray Shot (1897) 50’’
John MacIntyre fu un dottore di origini scozzesi, celebre per aver allestito il primo dipartimento di radiologia al mondo. Con questo cortometraggio si assiste alla prima documentazione di X-Ray mai realizzata: le prime relative immagini mostrano l’articolazione del ginocchio di una rana, mentre le seguenti presentano il cuore e il tratto digerente di un adulto.

Georges Méliès, Aprés le bal – Le tub (1897) 1’10’’
Georges Méliès, regista, attore e illusionista francese, viene riconosciuto come l’inventore del cinema fantastico e fantascientifico grazie al suo uso innovativo e particolarissimo del montaggio. La “sostituzione” ottenuta bloccando la ripresa e riprendendola con elementi cambiati funge da strumento per creare metamorfosi magiche ed effetti speciali che rivoluzionano il cinema. Aprés le bal (tradotto come Dopo il ballo) è il primo film a mostrare una scena di nudità sullo schermo: una donna, aiutata dalla cameriera, si spoglia per fare un bagno. In realtà rimane vestita di un aderente corsetto mentre le viene versata addosso della sabbia, come se fosse acque che non sarebbe risultata visibile sullo schermo, e, dopo essere stata asciugata, esce dalla scena.  La necesssità di stupire lo spettatore aiuta il perfezionarsi incessante, nelle origini, del linguaggio.

Georges Méliès, La tentation de Saint Antoine (1898) 50’’
Il particolare uso del montaggio per creare effetti speciali emerge in La tentation de Saint Antoine, dove l’arresto della ripresa permette di far apparire e sparire i personaggi. Il film vede Méliès recitare nel ruolo di Sant’Antonio abate, che durante la sua preghiera viene tentato da delle fanciulle che appaiono dal nulla dinanzi a lui, quasi magicamente.

Pathé Frères, Flagrant délit d’adultère (1899) 50’’
Futuri pionieri e principali attori della nascente industria cinematografica, i fratelli Pathé, oltre che stupire, documentare, far sorridere con  la loro produzione,  sfidano la censura con questo corto ispirato alla celebre tela di Garnier. Una donna si reca all’appuntamento segreto che le è stato affidato e lì viene sorpresa dal marito che fa rilevare il reato dal commissario e dai suoi agenti. Il sovrintendente scopre la donna completamente nuda in bagno, l’amante furioso si precipita sul marito ma viene trattenuto dagli agenti.

American Mutoscope & Biograph, Living pictures (1903) 1’00”
Un’antologia che ripropone audacemente il nudo immobile come già in palcoscenico. Quattro film già usciti, posati da artisti che rappresentano famose opere d’arte. Ogni film, composto da due “quadri viventi“, viene mostrato come sarebbe apparso dal vivo nei teatri di vaudeville dell’epoca. All’inizio di ogni “quadro”, all’apertura del sipario, le tende vengono tirate da parte di due pagine. I modelli rimangono per un breve intervallo in completo riposo, per poi chiudere le tende.

Pathé Frères, Le coucher de la mariée (1907) 3’00”
Remake dello scandaloso cortometraggio realizzato nel 1896 da Albert Kirchner sotto lo pseudonimo di Léar, Le coucher de la mariée viene ripreso e rimodellato dalla casa di produzione dei fratelli Pathé undici anni dopo. Il contenuto malizioso rimane lo stesso: la prima notte di nozze di due sposi che si preparano per andare a dormire e lo svestirsi della sposa che, sotto lo sguardo curioso e impaziente del marito, si toglie lentamente gli indumenti.

Georges Méliès, Une indigestion (1902) 3’00”
Une indigestion (anche conosciuto come Up-to-date surgery) è un film che combina due temi ricorrenti nell’opera di Méliès: le parodie della scienza medica e le parti del corpo che si separano dai loro corpi. Viene seguita la visita di John Patt de Cok dal celebre medico ciarlatano Giuseppe Barbenmacaroni, a cui seguono una serie di disavventure grottesche che sfoceranno nell’esplosione del paziente in pezzi.

James Williamson, The big swallow (1901) 1’00”
Appartenente alla celebre scuola di Brighton, James Williamson fu uno dei maestri a cui viene attribuita la messa a punto di effetti e soluzioni cinematografiche nella prima importante epoca della nascita del linguaggio del cinema inglese. Con The big swallow, Williamson realizza il primo close-up, rompendo il “quarto muro” che separa lo spettatore dal filmato e svelando la finzione cinematografica e, non avendo ancora trovato la possibilità di carrellare, ottenendo comunque l’avvicinarsi del corpo allo spettatore fino al dettaglio. Un uomo fa ampi cenni di voler essere lasciato in pace, opposto all’idea di essere ripreso, ma nonostante ciò nell’inquadratura si ingrandisce sempre di più, fino a quando la bocca dell’uomo copre tutto lo schermo. Con uno spalancamento che ricopre l’intero obiettivo, l’uomo “inghiotte” la macchina da presa e il cameramen, prima di fare un passo in dietro e sorridere.

Georges Méliès, Nouvelles luttes extravagantes (1900) 2’00”
Ancora una volta Georges Méliès trasporta i propri trucchi di magia in un film con l’uso straordinario della sostituzione del montaggio, ma in Nouvelles luttes extravagantes sembra mescolarsi anche con le principali caratteristiche delle commedie slapsticks. Esibendosi in una serie di gag fisiche, due donne attraenti e femminili si trasformano in due lottatori professionisti che iniziano un incontro di  simil-wrestling senza esclusione di scoppi, colpi, ed esplosioni: puro surrealismo per gli occhi del contemporanei.

Georges Méliès, Dislocation mysterieuse (1901) 1’30”
Con Dislocation mysterieuse, Méliès gioca nuovamente con l’idea della separazione delle parti del corpo. Un uomo, vestito da Pierrot, cerca di svolgere delle normali azioni ma viene ostacolato dal proprio corpo, che si smembra e si ribella. Le singole parti del corpo si muovono indipendentemente l’una dall’altra prima di attaccarsi nuovamente alla figura di Pierrot, che con la testa sotto il braccio fa un inchino ed esce dall’inquadratura: un tour-de-force tecnologico di doppie esposizioni e sostituzioni la cui perfezione lascia ancora stupefatti.

Georges Méliès, Un homme de tête (1898) 1’00”
Un uomo si toglie tre volte la propria testa che poi riappare sulle sue spalle. Disposte sui tavoli, le teste mozzate festeggiano e cantano al ritmo del banjo suonato dall’uomo dalle molteplici teste. Questo divertente sketch è l’antenato delle scene cinematografiche in cui lo stesso personaggio o lo stesso attore è presente in più repliche contemporaneamente.

Pathé frères, Le bain des Dames de la cour (1904) 1’00”
Ancora malizia Pathé-Frères: alla corte di Luigi XIV cinque donne, semisvestite con camiciole, che a volte scivolano fino alla vita, fanno il bagno, in una piscina, accessorio di grande lusso tipico tra una nobiltà molto dedita ai piaceri mentre altre, indossando abiti in stile Luigi XIV, le osservano.

Pathé frères, Mondaine au bain (1904) 2’00”
Ancora una biricchinata Pathé… Una mondana si appresta a fare il bagno nella sua tinozza aiutata dalla cameriera. Che fa entrare un cliente che non si accontenta di attendere dietro un paravento che si rivelerà troppo fragile… Stupisce la rappresentazione palese della vita di una professionista del piacere seppur giocata con ironia e leggerezza.

Romeo Bosetti, Luis Feuillade, Une dame vraiment bien 3’20”
Una signora “veramente bellissima”  incanta, instupidendoli, tutti gli uomini che si voltano al suo passaggio. La polizia  le chiede quindi di coprirsi il viso per evitare di provocare ancora disastri e la riaccompagna a casa. Luis Feuillade, a breve regista di serial dedicati alla suspence, in coppia con Romeo Bosetti esperto nella velocità della narrazione comica, costruisce sul niente una commediola tutta dal vero.

Segundo de Chomon, Le voleur invisible (1909) 5’30’’
Uno strano tipo acquista un’edizione minuscola del romanzo “L’uomo invisibile” di H. G. Wells, al cui interno è contenuta anche la ricetta della pozione magica “per l’invisibilità dei corpi”. Mettendo alla prova la ricetta, incredibilmente diventa invisibile. Si toglie quindi i vestiti e comincia a compiere alcuni furti, finché dei poliziotti si accorgono che qualcosa non va per il verso giusto. Segundo De Chomon è l’antiMéliès catalano della Pathè che presto verrà a lavorare in Italia, il tecnico che cerca di sconfiggere il vero inventore della geniale truccheria cinematografica sul campo. E in qualche caso, in realtà ci riesce, come nel ricreare, con questa molteplicità di effetti speciali, la vita di un corpo che… scompare.

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