“Charles Raymond Bowers (Iowa 1887 – New Jersey 1946) fu un disegnatore di cartoni e commediografo americano negli anni Venti”.
Questo epitaffio da enciclopedia non rende giustizia alla vita avventurosa di Charley Bowers. Meno famoso dei contemporanei Chaplin e Keaton, è tuttora un personaggio di cui si sa e si trova poco, ma che gode di un ravvivato interesse negli ultimi tempi. Lo riscoprì negli anni Settanta Raymond Borde, cofondatore della Cinématheque de Toulouse. Quando si trovò tra le mani le pellicole dei corti di Bowers comprate da alcuni artisti gitani, ebbe difficoltà persino nell’attribuirle al comico americano: il nome riportato sulle bobine e sui titoli d’inizio era “Bricolo”, soprannome che gli fu assegnato dalla critica francese del tempo.
Di anno di nascita incerto (tuttavia secondo i registri del censimento databile al 1877), figlio di una contessa francese e di un medico irlandese, all’età di sei anni impara a fare l’equilibrista da un artista di strada (la leggenda lo vorrebbe rapito da una troupe circense l’anno successivo). Sembra che di seguito sia scappato di casa, poi tornato e costretto ai lavori più disparati: addestratore di cavalli, fantino, cowboy da rodeo per arrivare, a suo dire a causa di un infortunio, a fare il fumettista per i giornali. Approda poi alla Bud Fisher Film Corp., dove prende le redini della serie di cartoni animati tratti dalle vignette comiche di Mutt and Jeff (paragonabili per popolarità e onnipresenza ai The Simpsons di oggi). Dovendo occuparsi della loro sceneggiatura, direzione e produzione, fonda il suo studio personale nel 1916, dove lo assiste uno staff di disegnatori.
Dal 1924 realizza i primi film burlesque con il “Bowers Process”: unisce animazione e personaggi in carne e ossa grazie alla stop motion, passo uno, la tecnica di ripresa che consente alle animazioni di muoversi.
Tra il 1926 e il 1927 dirige, produce e interpreta dodici corti per la R. C. Picture Corporation, seguiti da altri sei nel 1928 per la Educational Pictures. Alcuni titoli: Egged on, He done his best, Wild roomer, Now you tell one (1926), Many a slip (1927), Say Ah-h!(1928). L’unico film sonoro in cui appare Bowers è It’s a bird, del 1930, e cattura l’attenzione di Andrè Breton, nel 1937, che ne apprezza gli elementi surrealisti. A proposito di questo film scrisse: “la mente dell’uomo che sogna è pienamente soddisfatta da ciò che gli accade. L’agonizzante problema della possibilità non è più pertinente”.
I suoi film puntano tutto sull’aspetto visivo; gli effetti speciali creati poco si adattano al cinema sonoro, e infatti Bowers dal 1935 si occupa di altro, realizza film pubblicitari e un’ultima pellicola nel 1940, Wild oysters. La sua uscita di scena è fumosa quanto il suo esordio, persino negli annali del censimento si perdono le sue tracce per alcuni anni. Pare abbia continuato a occuparsi di fumetti per i giornali e che, verso gli ultimi anni della sua vita, non essendo più in grado di disegnare, avesse istruito la moglie a disegnare al suo posto. La malattia che lo colpì nel 1941, lo portò alla morte cinque anni più tardi.
Produsse in totale circa cento corti di animazione e live action, ma ne sono rimasti solo quindici, restaurati e distribuiti dalla francese Lobster Films.
Il suo cinema è classificabile come burlesque surrealista, perché ciò che salta all’occhio è la presenza dell’inaspettato, sotto forma di animali fantastici, o magari veri ma fuori contesto: struzzi fatti di stracci che ballano il fox trot, un uccello che mangia parti metalliche e cova un uovo da cui esce e si assembla da sé un’automobile, gatti che nascono da una pianta, elefanti che entrano in Campigoglio. Gli effetti speciali di Bowers non hanno paragoni per l’epoca: è una comicità che si fonda non tanto sulle doti ridicole del protagonista e le sue gag, quanto sulle sue “creazioni”. Il personaggio veste in genere la parte di uno scienziato proto-nerd, dalla spiccata inventiva. È molto simile come tipo (soprattutto fisicamente) a quelli di Chaplin e Keaton, ma decisamente meno sviluppato, riconoscibile e caratterizzante, probabilmente proprio perché l’interesse primario di Bowers era la parte di animazione. Il personaggio, originale, sfortunato e maldestro, si chiama Bricolo, soprannome che richiama bricolage, per la sua speciale capacità di “creare dall’assemblaggio”. Ciò che crea sono animali ibridi, prodotti e/o macchinari ingegnosi ma inutili. Sono geniali, ma troppo “poetiche” per essere vere macchine. Macchine che rendono il guscio delle uova infrangibile, che svolgono tutte le funzioni di cucina e di servizio di un ristorante, o che sostituiscono quelle di un coinquilino. Queste invenzioni ovviamente non ottengono mai il successo sperato: non vengono mai apprezzate, perché Bricolo non ha attitudini relazionali in grado di proporle, e non gli valgono mai la mano della ragazza su cui vuole fare colpo.
Joseph Losey, che diresse il film promozionale Pete Roleum and his cousins e lavorò con Bowers lo descrisse come “un piccolo uomo fragile, un lavoratore instancabile e ovviamente un tecnico di prima categoria. Ero colpito dalla sua espressione stanca e rassegnata nonostante fosse relativamente giovane. La sua occupazione sembrava un lavoro terribile e infinto”. Come Bricolo, un omino preso dall’isteria creativa.
PROGRAMMA DELLE OPERE PROPOSTE:
EGGED ON (1926, 24’08)
Charley inventa una macchina che trasforma le uova da fragili a gommose, per riuscire a conquistare la mano della sua amata, figlia del presidente di un’azienda che trasporta uova. Basterebbe una piccola dimostrazione del valore della sua invenzione perché Charley possa ottenere l’ambito premio, ma l’imprevisto è sempre in agguato ….
HE DONE HIS BEST (1926, 23’42)
Charley inizia a lavorare nella cucina del ristorante di famiglia della ragazza che vorrebbe sposare, e, abbandonato dal personale, tenta di aggiornare il servizio con dei dispositivi insoliti, ma nonostante l’invenzione funzioni, il finale sarà tutt’altro che lieto per il nostro
protagonista …
NOW YOU TELL ONE (1926, 22’18)
Il Club dei Bugiardi sta tenendo l’annuale concorso dedicato a chi racconta la storia più incredibile, con una medaglia d’oro che attende di essere assegnata al vincitore. Deluso dagli sforzi poco fantasiosi dei partecipanti, un membro invita Charley a raccontare la sua storia
straordinaria…