Programma speciale a cura di Cecilia Cossio
Maaria Sayed: due cortometraggi e viene scelta tra i 24 migliori cineasti asiatici per far parte dell’Asian Film Academy 2016, per cui ha co-diretto lo short Cichlid. Il cinema nel sangue, si direbbe. Non proprio, non almeno quando si era brillantemente laureata in letteratura inglese all’università di Mumbai. Avendo però disposizione per la pittura e preparazione teatrale, aveva presto capito che il cinema era il medium ideale per amalgamare e dare forma ai suoi diversi interessi. Si traferisce a Londra, completa i corsi di cinema alla London Film School e nel 2013 realizza il suo primo corto, Aabida. Dopo aver lavorato a Singapore come autrice di testi per networks come Discovery Channel e National Geographic, torna a Mumbai dove fonda una compagnia di produzione, Draw4Films, con Alessandro Alpini, anch’egli diplomato alla London Film School, produttore e, di recente, regista (Sunday Best, 2018). Nel 2016 Maaria completa il secondo corto, Chudala e, nel 2017, il documentario Wai guo ren (An Alien), ambientato a Singapore. Sempre nel 2017, la sua sceneggiatura per un corto che girerà in Nepal per la fine del 2018 è stata premiata con lo Short Film Pitch al Fajr Film Festival (Iran).
I due film qui presentati – Aabida e Chudala – sono entrambi di ambientazione musulmana. Il primo si colloca dopo gli attacchi terroristici del 2008 a Mumbai. Questi ed altri attacchi, ad opera di gruppi musulmani di provenienza o addestramento pakistano, hanno avuto una dura ricaduta sulla comunità musulmana dell’India, la più disagiata del paese e spesso vittima di hindu estremisti. Il corto esplora le conseguenze degli eventi del 2008 sulla vita di Aabida, vedova di una vittima degli attacchi. Inaspettatamente, la morte del marito la porta alla scoperta di una propria dimensione individuale. Una strada accidentata: sulla carta ci sono molte differenze tra le comunità, ma per le donne musulmane e hindu, in strati sociali e culturali simili, non ci sono spesso alternative al destino di mogli (di matrimoni combinati), fattrici di figli e vedove inconsolabili. La protagonista di Chudala, infatti, deve diventare uomo per poter vivere secondo le proprie aspirazioni. Scelte difficili quelle prospettate da Maaria, ma anche un percorso per dare forza alla voce delle donne, consapevoli della loro soggettività e della loro posizione nel più vasto quadro politico e sociale indiano. E non solo. Non è un caso che sia stata invitata come membro della giuria al pakistano Asia Peace Film Festival di Islamabad del 2017.
AABIDA
2013, India/UK, 26’
Written and directed by Maaria Sayed; producer: Vidit Chitroda; photo: Eeshit Narain; editing: Maaria Sayed, Alessandro Alpini; music: Zubin Balaporia; Production Designer: Abhijeet Takur; Sound Editor: Shashank Savant
Cast: Lubna Salim (Aabida Sheikh), Dananjay Singh (Muneer Sheikh), Neha Singh (Journalist), Siddhart Dudeja (Trainee Reporter), Capt Sanjay Nath (Shekhar), Muskrat Mehboob Mumin (Neighbour)
Mumbai Women’s Int Film Festival, 2013 – Best Short Film Award, Women Voices Now (LA) 2014 – Best Film Award, Aligarh Film Festival, 2014 – Best Actress and Best Short Film Award
SINOSSI: Un giorno nella vita di Aabida, una donna musulmana vedova di un poliziotto ucciso negli attacchi terroristici del 26 novembre 2008 a Mumbai, che avevano causato oltre 160 morti. Aabida, mentre ripercorre il suo passato attraverso un’intervista con una giornalista, scopre che la morte del marito l’ha liberata da un padrone tirannico e insensibile. Ma la società le permetterà questa esperienza di libertà?
CHUDALA
2016, India, 14’
Written and directed by Maaria Syed; producer: Alessandro Alpini, Manish Mudra (Draw4Films, pres. Drishyam Films); photo: Debashis Remy Dalai; editing: Maaria Sayed, Alessandro Alpini; cast: Sanghmitra Hitaishi (Rukhsana), Sanjay Mishra (Shaukat),
Short to the Point, Romania, 2017- January Short of the Month Award, All Lights India International Film Festival, India, 2017- Honourable Mention for Best Short Film
SINOSSI: Un racconto mitologico sanscrito narra di Chudala, che per dare la vera conoscenza allo sposo, il re Shikhidhvaja, assume l’aspetto di un giovane asceta. Allo stesso modo Rukhsana, una giovane donna musulmana, per farsi ascoltare dal padre vedovo, deve tornare da lui come Rehan, un uomo. Ma Rehan ricorda di essere stato una donna.