Ayat Najafi è un regista e sceneggiatore iraniano. E’ nato nel 1976 a Teheran, dove inizia la sua carriera con prime esperienze nell’ambito teatrale.
Nel 1995 fonda una compagnia teatrale universitaria, mentre contemporaneamente partecipa a numerose produzioni teatrali nei più svariati ruoli: aiuto regista, autore, attore e scenografo. Questo legame con il mondo del teatro coesiste ancora oggi con la sua produzione cinematografica.
Ma è nel 2000 che avviene la svolta, quando egli inizia a realizzare lavori personali da regista. Nel 2003 fonda l’Arta Atelier, che si configura come centro di sperimentazione con un approccio multimediale al teatro, ai cortometraggi e ai documentari.
Nel 2005 partecipa al Berlinale Talent Campus grazie al suo cortometraggio Move it (2004); l’anno successivo segnerà il suo trasferimento nella capitale tedesca, dove ancora oggi risiede.
Sempre all’International Berlin Film Festival presenta il suo primo documentario Football Undercover, co-diretto con David Assman, che narra la storia della prima partita di calcio femminile giocata in Iran dopo la Rivoluzione del ‘79. Grazie a questo lavoro Najafi vince due Teddy Award al Festival di Berlino, fra cui quello per il “Miglior Documentario”, e innumerevoli premi negli oltre 50 festival internazionali in cui viene presentato. Già in questo film si intuisce qual è la poetica del regista: la volontà di far riflettere le persone, comunicando il senso della vita, della bellezza e dei problemi fra Paesi che sono lontani, non solo fisicamente, ma sopratutto culturalmente.
Dopo questo successo Ayat Najafi continua a lavorare come regista e drammaturgo; molte delle sue opere vanno in scena sui palcoscenici di Berlino. Entra a far parte delle giurie di vari festival internazionali e scrive articoli e saggi per varie riviste e giornali tedeschi e iraniani.
Nel 2014 presenta al Montreal World Film Festival il documentario No Land’s Song che si rivelerà un nuovo successo. Con questa storia di musica in chiave femminile, Najafi non cerca solamente di narrare al pubblico i propri sogni, ma vuole usare il potere dell’arte per comunicare e lottare contro le ingiustizie.
Infine, nel 2016 presenta il cortometraggio Nothing Has Ever Happened Here, un reportage sugli effetti devastanti di una guerra in Iran mai avvenuta.
Filmografia/Filmography
Nothing has ever happened here (2016), short movie
No land’s song (2014), documentary
Football Under Cover (2008), documentary
Move it (2005), short movie
No Land’s Song (2014)
No Land’s Song represents one of Ayat Najafi’s most recent achievements. Presented at countless festivals and distributed in 2014, it obtained an international consensus. It is a documentary dedicated to the consequences of the 1979 Revolution. In particular, it tells the story of a young composer, Sara Najafi, who decides to organize a women solo concert in Teheran, violating the law of the new regime that explicitly forbids it.
“How can the beauty of music represent a struggle against the absurdity and ignorance of human law?” The documentary is also addressed to the antagonists of history, to those who have determined this problem and who consider female voices as a potential danger.
No Land’s Song (2014)
No Land’s Song rappresenta uno dei più recenti successi di Ayat Najafi. Presentato in innumerevoli festival e distribuito nel 2014, ha ottenuto un consenso internazionale. Si tratta di un documentario dedicato aulle conseguenze della Rivoluzione del 1979. In particolare, racconta la storia di una giovane compositrice, Sara Najafi, che decide di organizzare un concerto per sole soliste donne a Teheran, contravvenendo alla legge del nuovo regime che lo vieta espressamente.
“Come può la bellezza della musica rappresentare una lotta contro l’assurdità e l’ignoranza della legge umana?”. Il documentario è indirizzato anche agli antagonisti della storia, a coloro che hanno determinato questo problema e che considerano le voci femminili come un potenziale pericolo.