Nata a Kumamoto, in Giappone, ma cresciuta in Italia dall’età di 8 anni, per Jun Ichikawa l’arte è la dimensione naturale, non solo perché educata alla musica dal padre tenore e dalla madre soprano e alla danza classica da studi durati 16 anni, ma anche perché, come ha dichiarato in un’intervista: “Sin da piccola mi hanno educata a essere sensibile nei confronti della bellezza, perché per noi giapponesi poter godere prima di tutto delle meraviglie della natura durante le stagioni, e poter poi apprezzare l’estetica prodotta dall’uomo come l’arte o la cucina, è fondamentale. Le arti in Giappone sono considerate delle vere e proprie vie: come l’arte marziale, il tiro con l’arco, la calligrafia, la cerimonia del tè o l’ikebana (l’arte del disporre i fiori). Sono arti attraverso le quali si entra in meditazione, stabilendo un contatto con la natura, apprezzandone la bellezza. Attraverso ciò si affina la sensibilità, diventando un tutt’uno con Madre Natura”.
La formazione teatrale avviene presso la scuola diretta da Giuseppe Agirò, occasione che le permette di recitare in numerose rappresentazioni di teatro classico, tra le quali Agamennone, Le troiane, Andromaca. Una passione ancora oggi sempre viva, che la porta a calcare le scene in opere quali Liberi tutti (regia di Elda Alvigini, 2017) e Antigone (di Giuseppe Argirò, 2018).
La sua carriera nel mondo cinematografico inizia nel 2003, quando viene scelta dal regista Ermanno Olmi per il ruolo da protagonista del film Cantando dietro i paraventi, opera che si aggiudicherà tre David di Donatello, cinque Nastri d’Argento e numerosi altri premi nazionali e internazionali. Lavora successivamente con importanti registi, quali Eugenio Cappuccio (Volevo solo dormirle addosso, 2004), Dario Argento (La terza madre, 2006), Stefano Bessoni (Imago mortis, 2008), Giuseppe Tornatore (The best offer, 2012), Giorgio Amato (Il ministro, 2015), Alessandro Siani (Il giorno più bello del mondo, 2019). Oltre ai lungometraggi, recita anche in vari cortometraggi tra cui Bios di Grazia Tricarico, vincitore al Fantafest 2013 come miglior corto italiano, e di recente il pluri-premiato Ehi muso giallo di Pierluca Di Pasquale (2013).
All’impegno nel cinema e nel teatro si affianca anche una intensa attività da interprete in varie serie televisive, tra le quali la celebre RIS 5 – Delitti Imperfetti di Fabio Tagliavia, prodotta dalla Taodue, dove interpreta il ruolo di Flavia Yoshiko Ayroldi con il quale vince il premio come “Attrice rivelazione” nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di Salerno. Dal 2016 al 2018, inoltre, fa parte del cast della nuova serie RAI L’allieva diretta da Luca Ribuoli.
Jun Ichikawa è vincitrice di svariati riconoscimenti: il premio della critica nel 2005 nell’ambito della IV edizione del Premio Internazionale “Giuseppe Sciacca”, il premio con migliore attrice straniera di fiction (Premio Massimo Troisi) al Festival Internazionale del Cortometraggio di Mendicino del 2011 e, tra i più recenti, il premio come migliore attrice per Satyagraha di Nuanda Sheridan all’International Tour Film festival.
Nel corso della sua carriera Jun Ichikawa ha spesso prestato come doppiatrice la voce ad alter interpreti: per Akiko Takeshita (Ms. Kawasaki) in Lost in translation di Sofia Coppola (2003); a Katie Leung ne Il calice di fuoco (2005) e L’ordine della fenice (2007) della saga Harry Potter; per Wenwen Han in The Karate kid di Harald Zwart (2010), per la protagonista di Wolverine di James Mangold (2013) e, infine, per uno dei personaggi del nuovo videogioco Cyberpunk 2077 in uscita nel 2020.
Una carriera intensa ed eclettica, dunque, che rende Jun Ichikawa uno dei volti più amati della scena italiana e internazionale.