ROSSO: LA STORIA DEL PESCATORE CLEMENTE COME PARABOLA SULL’IMMIGRAZIONE IN ITALIA
FOCUS SULLA GIOVANE REGISTA INDIANA MAARIA SAYED
PRESENTATI I CORTI DELLA SCUOLA D’ANIMAZIONE DI BABELSBERG E DEL MASTER DI CA’ FOSCARI
La nona edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è entrata da subito nel vivo con il programma speciale Young Filmmakers at Ca’ Foscari, dedicato alle produzioni di ateneo, ovvero ai film realizzati dagli studenti, in particolare dai partecipanti al Master in Fine Arts in Filmmaking che hanno presentato quest’anno un estratto del lungometraggio Gli Inaffidabili, racconto di una lunga notte che vede protagonisti tre sceneggiatori che cercano in quel breve arco temporale di elaborare il soggetto di un film; il cortometraggio Laguna Veneta e Isola di Jeju: due realtà a confronto, realizzato in collaborazione con la Municipalità di Venezia allo scopo di promuovere il turismo sostenibile. Novità di quest’anno è l’insolita “sfida creativa BAUM” che ha visto gli studenti del Master girare quattro differenti corti in un’unica location, la Biblioteca di Area Umanistica di Ca’ Foscari. Un corto è stato dedicato anche all’associazione Ca’ Foscari Alumni con Il Vicolo dei Ricordi, viaggio emozionale nelle memorie di un ex alunno e dei suoi anni trascorsi nell’ateneo cafoscarino. Per finire è stato presentato il video musicale Hold me, realizzato per il gruppo country italiano Silverado Country Band, con l’aiuto del regista giapponese Hiroki Hayashi, già giurato del Festival
È stato poi presentato un altro programma speciale, dedicato questa volta alle produzioni degli studenti della Filmuniversity Babelsberg “Konrad Wolf”, la più antica accademia cinematografica tedesca, la quale vanta una storia lunga e prospera grazie alla stretta connessioni con gli studi cinematografici più antichi del mondo, costruiti nella stessa città e attivi sin dai tempi del cinema muto di Fritz Lang. Di grande prestigio è la divisione della scuola dedicata all’animazione, ed è a questa che era dedicato il programma speciali, con cinque corti animati che hanno toccato i temi più disparati, dall’introspettivo e dolce viaggio del protagonista di A Sweet Story, all’approfondimento psicologico di Flickern, alla riflessione universale sui compromessi che tutti siamo chiamati a fare per sentire un po’ d’amore in Love Me, Fear Me, fino ai più avventurosi Mascarpone, storia di un uomo comune che farà la curiosa conoscenza di un pericoloso gangster, e Nosis, una sorta di Pinocchio in una versione malvagia e inedita.
A chiudere questo primo pomeriggio di Festival, prima dell’inaugurazione ufficiale, il focus dedicato alla regista indiana Maaria Sayed e curato da Cecilia Cossio. Sicuramente una degli ospiti di spicco di questa edizione della manifestazione, Sayed è stata selezionata tra i 24 migliori cineasti asiatici per far parte dell’Asian Film Academy nel 2016, e ha presentato oggi sul palco dell’Auditorium i suoi corti di maggior successo: Aabida, opera prima della regista (2013) e Chudala (2016). Entrambi i cortometraggi vedono come protagoniste figure femminili delle quali viene raccontato il lato più profondo, affrontando un percorso che verte a dare speranza e forza a donne consapevoli della loro soggettività e della loro posizione in quella che è la problematica realtà indiana.
Ha poi avuto luogo la cerimonia d’apertura del Festival, durante la quale il Prorettore alle attività culturali di Ca’ Foscari Flavio Gregori e il Direttore artistico e organizzativo Roberta Novielli hanno dato il benvenuto alle istituzioni e al numeroso pubblico accorso all’Auditorium per assistere all’evento. Nel dare l’avvio formale a questa nona edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è stata sottolineata la crescita dello “Short” negli anni e la grande importanza di una manifestazione culturale che concentra la propria attenzione sui giovani dal punto di vista artistico e professionale, con i registi del Concorso Internazionale e i numerosissimi volontari cafoscarini che sono la linfa vitale della macchina organizzativa del Festival.
Momento clou della prima giornata del festival, la presentazione dei primi sei cortometraggi del Concorso Internazionale, dedicato a opere realizzate da studenti delle scuole di cinema e università di tutto il mondo. Reviver, animazione israeliana in stop motion diShalev Ben Elya e Renen Adar, vede protagonista un topolino e uno strano macchinario che danno vita a una sorta di parabola sul ciclo della vita. The Trip dello slovacco Daniel Rihák, racconta di una romantica gita in montagna che si trasforme in una lotta per la sopravvivenza, mentre il messicano San Miguel di Cris Gris, offre una profonda riflessione sulla fede attraverso la storia di una giovane bambina devota alle prese con la madre in lutto. Dalla Malesia viene invece Chan Teik Quan che con Weeping Birdsracconta, con delicata ironia, di un’anziana coppia che pianifica la propria vita insieme dopo la morte. In Bifurcation point, del russoLeonid Gardash, uno scherzo innocente diventa il personale “punto di biforcazione” dei due protagonisti, portando a conseguenze inaspettate e nefaste. Infine il primo corto italiano in gara – ma prodotto in Francia – Rosso: la vera storia falsa del pescatore Clemente di Antonio Messana, una delle numerose opere che quest’anno affrontano il tema dell’immigrazione, in questo caso attraverso la storia di un anziano pescatore siciliano che trova il corpo senza vita di un migrante in mare e si troverà di fronte a difficili scelte etiche e morali.
A fine giornata, uno dei momenti più attesi di questa edizione, ovvero l’incontro con il cineasta francese Patrice Leconte, protagonista di una lunga intervista a opera di Gabrielle Gamberini, vicedirettrice dell’Alliance Française di Venezia.