La copertina del Ca’ Foscari Short Film Festival 2020 porta la firma di Lorenzo Mattotti, pluripremiato fumettista e illustratore.
Nato a Brescia nel 1954; fin dall’inizio di una carriera che lo vedrà tra gli artisti italiani più presenti sulla scena internazionale, Mattotti collabora con lo sceneggiatore Fabrizio Ostani, in arte Jerry Kramsky, con cui realizza nel 1977 Alice Brum Brum. Segue Le avventure di Huckleberry Finn, su testi di Antonio Tettamanti. Nel 1979 inizia a collaborare con “Linus”, sulla cui rivista “spin-off” “Alter Alter” produrrà alcuni dei suoi lavori più significativi, come Il Signor Spartaco, Doctor Nefasto e Fuochi. Nel 1983 fonda insieme a Kramsky, Igort, Giorgio Carpinteri, Marcello Jori e Daniele Brolli il gruppo “Valvoline Motorcomics”, uno dei punti di riferimento della scena fumettistica italiana degli anni ’80: gli autori coinvolti (a cui si sarebbe unito anche Charles Burns) avrebbero prodotto alcuni dei più audaci esperimenti del periodo, fondendo il fumetto con il cinema, le arti figurative e il design.
Lorenzo Mattotti si occupa anche di narrazione per l’infanzia; è del 1990 un’edizione francese del Pinocchio di Collodi, a cui segue Eugenio, scritto da Marianne Cockenpot, con cui vince nel 1993 il Grand Prix di Bratislava, uno dei massimi riconoscimenti nell’editoria per ragazzi. Nel 1997 Vince lo Yellow Kid come miglior illustratore all’Expocartoon di Roma. Nel 1998 si trasferisce a Parigi, dove risiede attualmente, e nello stesso anno vince il premio Inkpot come miglior fumettista all’International ComiCon di San Diego. Negli stessi anni realizza numerose illustrazioni per riviste di prestigio come “The New Yorker”, “Glamour”, “Vanity Fair”, “Cosmopolitan” e “Le Monde”; in seguito collaborerà anche con “Internazionale” e “Domus”, per cui nel 2010 ideerà un ciclo di copertine.
Nel 1999 collabora con Claudio Piersanti realizzando il romanzo grafico Stigmate, in cui utilizza un tratto “graffiato”, in bianco e nero, per raccontare la dolorosa parabola di un emarginato; a tale lavoro seguirà, nel 2017, l’onirico Ghirlanda in collaborazione con Kramsky, frutto di una lavorazione durata un decennio, che gli vale il Premio Gran Guinigi 2017 come miglior graphic novel. Produce in questi anni numerose altre opere, spesso per #logosedizioni, tra cui La stanza, Chambres/Rooms/Stanze, Venezia. Scavando nell’acqua e Oltremai. Nel 2003 riceve, insieme a Jerry Kramsky, il prestigioso premio Will Eisner come Miglior album straniero per Dr. Jekyll & Mr. Hyde, mentre nel 2009 collabora con Lou Reed al libro illustrato The Raven.
Collabora inoltre a importanti campagne pubblicitarie e alla realizzazione di manifesti per eventi, come l’edizione del 2000 del Festival di Cannes.
Negli ultimi anni le sue esposizioni personali tra Roma, Parigi, Napoli, Milano e Haarlem testimoniano anche il suo instancabile impegno nella ricerca pittorica.
Gli anni 2000 lo vedono impegnato anche in ambito cinematografico. Nel 2004 contribuisce infatti al lungometraggio Eros, di Michelangelo Antonioni, Wong Kar-wai e Steven Soderbergh, realizzandone il manifesto e i segmenti di collegamento tra i vari episodi, mentre nel 2007 è uno degli illustratori e registi coinvolti nel film d’animazione collettivo Peur(s) du noir, sorta di ipnotico collage di cortometraggi in bianco e nero incentrati sul tema della paura.
Nel 2012 si occupa delle sequenze animate di Il était une fois… Peut-être pas di Charles Nemes e successivamente realizza le scenografie e i personaggi del film d’animazione Pinocchio di Enzo D’Alò. È infine del 2019 La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati, di cui cura la regia e la sceneggiatura. La pellicola, che ha partecipato al Festival di Cannes nella sezione “Un certain regard”, rappresenta il frutto finale di una lavorazione a cui Mattotti ha dedicato sei anni insieme alla squadra de La tartaruga rossa di di Michael Dudok de Wit. Giovandosi nell’edizione italiana dell’apporto di attori come Toni Servillo e Antonio Albanese (e includendo anche un cameo “vocale” di Andrea Camilleri), Mattotti riesce a omaggiare Buzzati e al contempo rendere interamente “sua” una favola animata incentrata su temi senza tempo, come la perdita d’identità, il tradimento della propria cultura e il contrasto tra natura e civiltà.