Prima grande ospite della quattordicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, l’animatrice e regista britannica Joanna Quinn ha conquistato ieri il pubblico dell’Auditorium Santa Margherita. Dopo la cerimonia d’apertura e i saluti istituzionali, Davide Giurlando, esperto di cinema d’animazione e docente del Master in Fine Arts in Filmmaking di Ca’ Foscari, ha conversato con l’artista. I numerosi riconoscimenti, tra Emmy, BAFTA e nomination agli Oscar, confermano il valore di una produzione che raccoglie film, pubblicità e illustrazioni, accomunate dal tratto dinamico caratteristico dell’animatrice.
Il primo lavoro ricordato è stato proprio il suo corto d’esordio, Girls’ Night Out (1986), prima del quale – ammette la regista – non si considerava ancora un’animatrice. È con i premi ricevuti al prestigioso festival di Annecy che arriva il riconoscimento con il quale entra di diritto nel mondo dell’animazione, che si rivela più popolato di quanto credesse («pensavo fossimo solo Walt Disney e io!»). La proiezione ha rivelato in soli sei minuti un’ironia sfrontata, ricorrente nella sua poetica, incarnata dalla sua protagonista indiscussa, Beryl (che dà anche il nome alla sua casa di produzione, fondata con Les Milles): il personaggio, con la sua fisicità imperfetta e il suo carattere forte, permette di ridere e riflettere sulle aspettative che la società pone sulle donne.
Continuando a ripercorrere la sua carriera, la regista ha raccontato della proposta di un produttore della BBC da cui nasce il secondo corto proiettato durante l’incontro: Britannia (1993), dissacrante rappresentazione dell’imperialismo britannico, che ha ricevuto il premio Leonardo da Vinci. Illustrare e animare un’idea di terzi si è rivelata una sfida – confessa la Quinn – e la Gran Bretagna, che da progetto doveva racchiudere in sé l’idea di una madre-guerriera, nel risultato finale prende le fattezze di un bulldog. Il dialogo si è poi spostato sul processo di realizzazione dell’opera: mentre veniva proiettato un making of, l’illustratrice ha illuminato gli spettatori sulla resa del movimento, che nel suo personale operare prevede in primis il disegno delle sequenze salienti e in un secondo momento l’inserimento degli in-between; solo allora, messe in serie le tavole, l’animazione prende forma. Con la matita alla mano «senti il movimento, non lo vedi»: così dichiara parlando dei suoi schizzi frenetici.
Il tuffo nel mondo di Joanna Quinn è proseguito passando in rassegna altri momenti della produzione con i rispettivi retroscena, senza tacere degli interessanti aspetti tecnici. L’autrice ha raccontato il percorso che la porta dall’idea al risultato finale: delineati i profili dei personaggi, ordina lo storyboard e da lì inizia il suo lavoro di animazione. A seguire, Davide Giurlando ha ricordato il suo impegno per l’unico corto per bambini della sua filmografia, Famous Fred (1996), tratto dal libro di Posy Simmonds e realizzato per Channel Four.
L’intervistatore ha riportato quindi l’attenzione su Beryl, protagonista assoluta della produzione dell’artista, che con Affairs of the Art (2021) – ultimo corto in programma – ritorna in scena con una nuova ossessione: disegnare. Quinn non tace l’evidente riferimento autobiografico e aggiunge «facevo molte pubblicità e avevo quasi dimenticato cosa fosse l’arte; credo che quella Beryl sia io». Il corto è in realtà popolato da vari personaggi, ciascuno raccontato nelle proprie ossessioni: la sorella Beverly, il figlio Colin e il marito Ivor, modello e musa della protagonista. La proiezione le ha dato inoltre l’occasione di mostrare un altro retroscena della sua tecnica, con un focus sulla sincronizzazione labiale.
A chiudere l’incontro, matita alla mano, Joanna Quinn ha disegnato dal vivo per il pubblico. Il ritmo veloce delle dita è stato accompagnato dalle riflessioni della disegnatrice: «più lavoro nell’animazione più mi rendo conto di quanto sia simile alla musica». Intonando effetti sonori, mentre segue il tratto della matita, ha dato dimostrazione di quanto immediato sia il suo abbozzare e di come le linee del movimento siano funzionali a rendere le figure dinamiche. L’ospite ha poi salutato la platea mostrando le tavole dei suoi lavori: gli schizzi preparatori e le illustrazioni ultimate, pronte per essere animate.