Ca’Foscari Short Film Festival – I° edizione
E’ partito il cinetreno chiamato CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL. La prima giornata del festival e gli ospiti
VENEZIA, 27 MAGGIO. Nel corso della prima giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival, svoltasi ieri, giovedì 26 maggio al Teatro Ca’ Foscari Santa Marta, e aperta dall’intervento del Rettore dell’università, Carlo Carraro insieme alla delegata alle attività cinematografiche, Maria Roberta Novielli e al direttore artistico del festival Roberto Silvestri, tanti sono stati gli ospiti presenti.
Il Ca’ Foscari Short Film Festival si è aperto ufficialmente con il programma speciale sui film austriaci presentati in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi e curato da Elfi Reiter e Roberto Calabretto intitolato “L’azionismo viennese, il cinema e la musica. Gli anni sessanta a Vienna”. Il direttore della Fondazione Levi Giorgio Busetto ha introdotto il programma che punta a essere un’indagine sulla storiografia della musica per film attraverso due linee guida: la prima, una serie di contributi sulle varie discipline artistiche; e la seconda, più tradizionale, sulla storiografia occidentale.
A raccontare l’aspetto più storico del movimento artistico dell’Azionismo Viennese interviene Elfi Reiter. È nei primi anni sessanta che, a Vienna, nascono le “azioni” di Günter Brus, Otto Mühl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler, poi conosciute a livello mondiale come Azionismo Viennese.
La Reiter, inoltre, definisce la sigla ideata e creata per questa prima edizione del Festival mondiale del corto come Azionista, e cita a tal proposito l’opera di uno tra i più importanti cineasti austriaci del periodo: Peter Kubelka, il quale applicò la filosofia del cinema all’arte culinaria. Il cinema non è più solo racconto di un’azione, di una narrazione, ma arte che ha a che fare anche con il cervello, è “qualcosa di pancia”; non più solo spettacolo visivo, ma anche nutrimento per la mente e il corpo.
A seguire, la sezione dedicata agli Istituti Medi Superiori della regione Veneto, vista come una valida piattaforma per comprendere le tendenze più “verdi” del territorio. Sono tre i corti selezionati che sono stati proiettati nella giornata di ieri. Sabina va a scuola, per la regia di Guendalina Gallo dell’Istituto d’Arte di Vittorio Veneto (TV), invita a riflettere sui consumi e gli sprechi attraverso un uso appropriato dei mezzi di locomozione e un responsabile utilizzo delle risorse a disposizione; Progetto M.O.S.E, Quando tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, è un documentario sullo stato d’opera del progetto M.O.S.E., realizzato dall’Istituto “Da Vinci” di Arzignano (VI); Al Quds, realizzato da Marco Augelli per l’ITIS “Rossi” di Vicenza, illustra due diverse situazioni: una ragazza che cena con la famiglia e un gruppo di ragazzi che mangiano un kebab. Due pasti, due ambienti, due culture, due verità, e sullo sfondo la storia di Dia, cresciuto in Palestina in un campo profughi, che fuggito in Italia ora vende panini.
E’ stato proposto anche il cortometraggio Inediti legami, realizzato dai giovani dell’Istituto Penale per Minori di Treviso, che si propone di interpretare grandi opere d’arte con le coreografie di alcuni ragazzi per riflettere insieme sul tema del legame. Interviene in sala il regista Roberto Franzin, che coglie l’occasione per informare sulle condizioni dell’Istituto e per sensibilizzare il pubblico su quello che don Ciotti definì il “peggiore carcere in Italia”.
A seguire, la proiezione dei primi sei corti del Concorso Internazionale.
A Date, del giovane lituano Gytenis Kubeldzis, presente alla proiezione. Un dialogo che non comincia esprime l’essenza del cortometraggio. Lui vorrebbe (ma non riesce), lei potrebbe (ma non capisce). Un momento, una parola e poi la rassegnazione. Kubeldzis dichiara di avere realizzato un corto ma “senza sceglierlo come mezzo espressivo”; è stato il film a “scegliermi”. E sottolinea come, sebbene abbia tentato di fare un film serio, ne sia venuta fuori una cosa divertente.
Todo silêncio me incomoda, del brasiliano Felipe Pereira Barros. La proiezione del corto è stata anticipata da un videomessaggio realizzato dal regista stesso. “Ogni silenzio (mi) infastidisce, perché nasconde sempre qualcosa”: è il senso che attraverso quest’opera viene inviato.
Red Road del coreano Jéro Yun. È notte, una vettura accelera. La città si scurisce gradualmente. Le luci illuminano vagamente un’auto astratta. In una strana e agonizzante atmosfera, la vettura entra improvvisamente in un mondo fantastico dove un anziano signore attende.
My Education dell’israeliana Iris Helfer, è la storia di una giovane donna single che si destreggia fra la madre opprimente e il figlio violento. Nel tentativo di ottenere rispetto da parte di entrambi, decide di punire fisicamente il ragazzo, ma l’effetto non sarà quello voluto.
Onde, realizzato dal Laboratorio Filmakers Scuola di Cinema di Grossetto è liberamente ispirato al romanzo Olive Kitteridge di Elizabeth Strout. Il protagonista è Carlo, un giovane studente di psichiatria che dopo molto tempo ritorna nel suo paese di origine. Qui incontra una sua ex professoressa e insieme parlano del loro passato, del motivo che li ha spinti a tornare lì e di una ex compagna di scuola che hanno notato poco più avanti sulla scogliera. Rimasto solo, Carlo nota che la giovane donna è sparita. È presente in sala il direttore della fotografia Franco Forci che ha sottolineato i pochi fondi dati per il finanziamento dell’opera. In merito al messaggio del film, Forci ha messo in evidenza il tema della speranza e della crescita che questo propone.
La prima giornata di proiezioni si conclude con la Sezione Speciale Cinetreno, curata da Davide Giurlando che ha presentato il programma al pubblico. Il progetto Cinetreno nasce come strumento di propaganda nell’URSS di Lenin: il fine è quello di mettere in comunicazione le diverse parti della Russia, dalle più vicine a Mosca fino ai confini con la Cina, per diffondere il cinema e l’arte cinematografica in zone dove non sarebbe arrivato altrimenti. Il mezzo è appunto un treno, che Aleksandr Medvedkin concepisce come studio cinematografico in movimento. Nel 2008 un gruppo di cineasti vicini alla Nisi Masa, l’associazione dei cineasti russi, decide di ripetere l’esperienza, strappando via l’intento propagandistico e le ideologie leniniste, e mutando il viaggio in un’esperienza on the road alla Kerouac. Gli artisti, non più solo russi ma anche inglesi, olandesi, tedeschi, partono alla volta della grande Russia, in un viaggio che va da Mosca fino a Vladivostok, con l’intento di girare film, montarli in loco, finirli e mostrarli direttamente alle persone che hanno contribuito alla loro produzione.
Qui di seguito, il programma del Ca’ Foscari Short Film Festival per la terza giornata (28 maggio).
Sabato 28 maggio /Auditorium Santa Margherita
ORE 14:00
Concorso Internazionale
Winter, Tessa Joosse, Francia 2010, 8’22’’
Dreaming Girl, River Huang, Zhong Zuyao, Cina 2010, 17’24’’
Des murs, Hayoun Kwon, Francia 2010, 18’04’’
Little/boy, Kudo ̄ Wataru, Giappone 2010, 20’37’’
Shangri la, Alexandre Maubert, Francia 2010, 28’05’’
ORE 16:00
Programma Speciale Jury Members as Filmmakers
Lightning Strikes, Theo Eshetu, Italia/Etiopia 2009, 8’
Trevirgolaottantasette, Valerio Mastandrea, Italia 2005,13’41’’
En Praga, Mario Handler, Cecoslovacchia 1964, 16’
ORE 18:00
Concorso Internazionale
Confessions tunisiennes, Imen Ben Mlouka, Tunisia 2011, 5’39’’
Jagjeet, Kavanjit Singh, India 2010, 14’07’’
Viki Ficki, Natalie Spinell, Germania 2010, 18’38’’
Left Hook, Muhammad Salihin bin Ramli, Singapore 2010, 18’48’’
19° Sur, 65° Oeste, Juan Soto Taborda, Cuba 2010, 30’
ORE 20:00
Programma speciale Palazzo Grassi
Temps mort, Mohamed Bourouissa, France 2009, 18’
Programma speciale Omaggio a Francesco Pasinetti
Torcello, Antonio Marzari, Salvatore Danò, Italia 1947, 10’
Programma speciale RaroVideo
Tromba fredda, Enzo Nasso, Italia 1963, 10’