Ca’Foscari Short Film Festival – I° edizione
Come concepire, interpretare e realizzare un film nei diversi paesi del mondo: gli studenti-registi di Ca’Foscari a confronto con gli autori dei corti internazionali. E ancora, l’omaggio al cinema fuori formato di ROBERTO NANNI, i corti della seconda giornata e domani la chiusura
VENEZIA, 28 MAGGIO. Anche ieri, un programma fitto di eventi per la seconda giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival.
Il primo appuntamento è stato un workshop interamente dedicato alla pratica creativa dei titoli di testa e ai suoi protagonisti (FINALLY CREDITED! MAPPING FILM TITLES) a cura di Valentina Re, in collaborazione con l’ Associazione Home Movies – Archivio nazionale del film di famiglia, e con la partecipazione degli studenti di Ca’ Foscari: un percorsolungo la storia dei titoli di testa,nel mondo dello “spezzettamento” del film, attraversociò che nel corso del tempo divengono una sorta di film nel film, dalle movenze sornione della pantera rosa all’inseguimento quasi astratto delle silhouette di Prova a prendermi di Steven Spielberg, senza dimenticare Donne sull’orlo di una crisi di nervidi Pedro Almodóvar, con influenze derivanti dalla PopArt. Il tutto,attraverso il lavoro di moltissimi title designer, in una commistione tra cinema, animazione e motion graphics.
Poi, riflettori puntati sul momento di confronto tra gli studenti/registi di Ca’ Foscari e gli autori dei corti internazionali presentati al festival, che discutono con il pubblico sui diversi modi di concepire, interpretare e realizzare un’opera cinematografica nei diversi paesi di loro provenienza. Vengono presentati tre cortometraggi realizzati da studenti di Ca’ Foscari non ammessi alla selezione ufficiale, ma che trovano spazio e visibilità in una sorta di sezione “fuori concorso” del festival: La papera di Kuznetsova Veselina, racconto di un giovane designer che concepisce una nuova modalità di trasporto nella Venezia del XXI secolo, una papera galleggiante per l’appunto; Giusto 15 minuti di Tommaso Giusto, corto che narra le avventure di un sicario freelance che, “giusto in 15 minuti”, cerca di portare a termine la missione che gli è stata assegnata per poter così ritornare a degustare la sua cena in un ristorante in compagnia di una seducente ragazza; Il caso Valmonte di Jacopo Prendin, prende spunto da Le vicende relative al caso del sig. Valdemar di E.A. Poe per mostrare la situazione di un ricercatore dell’università di Padova che, in seguito alla riforma Gelmini, pensa di poter farsi rinnovare il contratto tentando un esperimento d’ipnosi molto azzardato.
Kuznetsova, Giusto e Prendin, in seguito, avvieranno un confronto con i registi di alcuni dei corti in concorso: Gytenis Kubeldzis (A Date), Muhammad Salihin bin Ramli (Left Hook), James Ho (Stories), Natalie Spinell (Viki Ficki), Federico Spiazzi e Dario di Viesto (Il proiezionista).
Dall’Italia alla Germania, giungendo fino alla Cina, una caratteristica accomuna “chi fa del cinema”: la difficoltà nel produrre i film, nel trovare finanziamenti e investitori.
Spazio è riservato alla Comunicazione Globalecon la presentazione del progetto multimediale e multiforme Ichnos Network Hd. Ichnos nasce nel 2006, grazie al fruttuoso incontro tra l’attrice Marta Bifano (Ricomincio da tre 1981, Tifosi 1999,Caravaggio 2007, Mannaggia alla miseria 2010) e il giornalista e produttore Donald Ranvaud (Addio mia concubina 1993, Central do Brasil 1998, City of God 2002, The constant gardener 2005). In questi anni di lavoro Ichnos ha raccolto circa 5000 titoli, grazie alla collaborazione con i migliori sales agent (Hanway, Celluloid Dreams, Fortissimo, Filmsharks e altri); una library notevole che è pronta per essere distribuita a livello internazionale attraverso il satellite, quindi per tutto il cinema mondiale che non trova distribuzione c’è la possibilità concreta di una distribuzione capillare. La collaborazione in Italia è iniziata con l’evento patrocinato dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e Astra insieme ad alcune sale italiane del circuito Microcinema, hanno accolto i contenuti in diretta dal festival. Ichnos Network Hd non è solo un nuovo mezzo di fruizione, ma un’idea, un modo di ritrovarsi, un polo di aggregazione, una Community.
La parte dedicata ai cortometraggi del Concorso Internazionale ha proposto altre opere interessanti.
Bandh, del cinese Alfian Ahmad, è la storia del legame speciale che lega un ragazzo alla sua moto. “L’opera ha delle tinte autobiografiche” ha dichiarato il giovane presente in sala e invita a vedere il suo lavoro per riflettere sul valore che diamo alle cose materiali.
Nel Il proiezionista, degli italiani Federico Spiazzi e Dario di Viesto, un cappello abbandonato in un tram è al centro dell’attenzione dei passeggeri, e risveglia i loro desideri cinematografici. Durante il loro intervento in sala, i due registi hanno spiegato l’idea di partenza del soggetto del corto, dichiarando di aver voluto realizzare un’opera che giocasse sul doppio binario realtà/immaginazione. “Il cinema che cambia costantemente, si evolve. Ogni personaggio che sale sul tram non è altro che il protagonista di una nuova storia”, è il senso che si vuole comunicare allo spettatore”.
Stories, del cinese James Ho, racconta di Ah Gong che, uscito di prigione, si reinserisce nella propria famiglia. Per creare un rapporto col nipotino Jim si dipinge in modo fantasioso ed eroico ma, quando verrà scoperto, dovrà riconquistarsi la sua fiducia. Il suo lavoro è incentrato sul tema della storia da raccontare, e sul modo in cui le persone trasmettono le proprie esperienze raccontandole. Il messaggio del suo film è diretto al pubblico così come al suo popolo: ricordare le proprie radici, le proprie storie, non solo in ambito familiare ma come strumento di conservazione di un passato, ha dichiarato il regista.
Yanji, del coreano Sangbum Heo. Il regista lavora a Yanji, lungo il confine con la Corea del Nord, per documentare con un film di 16 mm i cino-coreani che immigravano nel 1930 prima che la Corea fosse divisa da due ideologie. “K” è la narratrice del film, una nativa coreana che vive in USA. “K” legge in un coreano perfetto un saggio scritto dal regista mentre era a Yanji.
Berlin, delle tedesche Noemi Schneider e Christiane Schmidt, è un’opera che “racconta” di rocce e spazi; di invenzioni, interventi e sostituzioni; di momenti, movimenti e memorie.
Dulcis in fundo di una giornata ricca di suggestioni, commistioni e scambi all’insegna dell’arte e della cultura cinematografica, il programma speciale dedicato a Roberto Nanni, il regista sperimentale italiano più conosciuti nel mondo. Lo zoom è puntato sulla creatività del regista bolognese,autore “allergico alle definizioni” per il suo peculiare lavoro emotivo sulle immagini: cinque i corti proposti, tra i quali il suo ultimo lavoro Luce riflessa restituita alla notte,dedicato al poeta inglese Henry King (1592/1669). Il titolo è tratto da un verso della poesia “Sic Vita”. Il film nasce dalle riprese di uno spettacolo di circo cinese, corpi mai stabili che scivolano come noi nella vita. E poi: la versione “corta” di Greenhouse Effect. Steven Brown reads John Keats , un film in super 8mm nato dalla collaborazione del regista con il musicista Steven Brown. Il lavoro, della durata di circa ottanta minuti, venne realizzato per essere proiettato durante i concerti del celebre gruppo dei Tuxedomoon; Dolce vagare in sacri luoghi selvaggi, primo di tre lavori d’anatomia, il titolo “Dolce vagare in sacri luoghi selvaggi” è il verso iniziale di “Tinian” di Friedrich Hölderlin. Il film è composto da immagini delle masse muscolari in movimento di Mohammad Alì e Joe Frazier, recuperate da una pellicola di repertorio del loro celebre incontro a Manila, i dettagli dei corpi sono gonfiati grazie ad una truka artigianale, in questo modo i movimenti si dilatano e si deformano perdendo in realismo e acquisendo uno stile pittorico. Il sonoro è affidato al brano “Slaves, not leaders”, di Gabriele Panico, aggiunto nel 2008; L’amore vincitore. Conversazione con Derek Jarman: le guerre nell’ex-Jugoslavia, in Somalia e nel Golfo, Yves Klein e “Blue”, Salo’ e Roma nel 1947, gli effetti collaterali della terapia con il DPGH, la cecità. Nel luglio 1993, Derek Jarman giunge a Roma per il suo film “Blue” e per una mostra di suoi dipinti, è in quest’occasione che prende spunto la conversazione; Una fredda giornata, una voce che abita una notte a Roma. Una luce nera. Formatosi con il cinema americano sperimentale e d’avanguardia degli anni ’50 e ’60, e con la musica contemporanea, Nanni inizia la sua attività da cineasta alla fine degli anni ’70, intraprendendo la ricerca di una sintesi tra il linguaggio sonoro e il linguaggio visivo, che spesso confonde documentazione e astrattismo. Il suo cinema, fuori formato e avverso alle etichette di genere, si perde nei giochi di luci e forme, nella grana pulsante delle immagini. Le alterazioni che Nanni fa subire alle sue figure denunciano e rivendicano la parzialità, l’opacità di ogni sguardo sul mondo. I film di Roberto Nanni rispecchiano un lavoro emotivo sulle immagini, che mette in discussione tutti i linguaggi, e colpisce al cuore gli spettatori, attraverso un’estrema libertà di movimento e l’ostinato rifiuto di forme narrative convenzionali. Il reale e l’astratto nel suo cinema sono la medesima cosa: uno non può sopravvivere senza l’altro. Nanni quasi sempre, infatti, parte da immagini “oggettive” reali, consapevole che è nella carne stessa della realtà che si nasconde il sogno. La sua attività da cineasta è segnata da importanti collaborazioni: con Steven Brown nella realizzazione di film esibiti durante i concerti del gruppo statunitense dei Tuxedomoon e con Derek Jarman, in L’Amore Vincitore, nelle riprese di una delle ultime conversazioni con l’autore britannico. Roberto Nanni è già autore, tra altri titoli, di: Antonio Ruju. Vita di un anarchico sardo, per “I diari della Sacher” (2001); Lontano, ancora (1985); Attraverso un vetro sporco (1999).
Qui di seguito, il programma del Ca’ Foscari Short Film Festival per la quarta e ultima giornata (29 Maggio).
Domenica 29 maggio / Auditorium Santa Margherita
Ore 14
Concorso internazionale
Antara, Anusha Nandakumar, India 2010, 10’54’’
O muro, Giovanna Calistro, Brasile 2010, 17’17’’
Chaos, Zekri Achref, Tunisia 2011, 17’24’’
Pour toi je ferai bataille, Rachel Lang, Belgio, 2010, 21’08’’
Music Box, Orisel Castro Lopez, Cuba 2010, 22’50’’
Ore 16
Concorso internazionale
Summer & Its Rain, Joshua Simon, Singapore 2010, 10’08’’
Vecino, Argenis Mills, Cuba 2010, 11’04’’
Signé Kalloutcha, Haythem Khemir, Tunisia 2010, 12’05’’
I Love You I Love You Not, Maria Elisa Scheidt, Germania 2010, 28’57’’
Ore 20
Cerimonia di chiusura