Il Ca’ Foscari Short Film Festival, giunto alla quinta edizione, è stato presentato questa mattina nel salone del Rettorato dell’Università Ca’ Foscari dalla direttrice artistica Roberta Novielli, con Flavio Gregori prorettore alle Attività e Rapporti Culturali e (in collegamento via skype) Yusaki Fusako, animatrice con la plastilina (clay-animation) di fama internazionale conosciuta in Italia per la collaborazione con programmi per bambini come L’Albero Azzurro, cui il festival dedica una retrospettiva.
Roberta Novielli: “Siamo arrivati ormai alla quinta edizione dello Short Film Festival che è cresciuto nel tempo arrivando ad avere ben 20 paesi rappresentati, 30 corti in concorso dalle scuole di cinema di tutto il mondo, con un livello stilistico sempre più elevato. Quest’anno è centrale la figura maschile cui fa da contrappunto una giuria tutta al femminile. L’interesse crescente suscitato dal festival è dato anche dal fatto che quest’anno più di metà dei registi dei corti in gara saranno presenti a Venezia. E poi ci saranno Fusako Yusaki come gradita ospite e programmi speciali, concorsi collaterali e una splendida serata finale come è tradizione del Festival”.
VENEZIA, 11 marzo 2015. Il Ca’ Foscari Short Film Festival, il festival del cortometraggio organizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, giunge quest’anno alla sua quinta edizione, che si svolgerà dal 18 al 21 marzo 2015, nella splendida e consueta cornice dell’Auditorium Santa Margherita.
Il festival, il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, mantiene fede alla sua mission di essere una manifestazione pensata dai giovani per i giovani: sono loro i protagonisti di questa grande festa, dall’una e dall’altra parte dello schermo. Lo “Short” è pensato come momento professionalmente formativo per gli studenti volontari di Ca’ Foscari, i quali forniscono linfa vitale sempre nuova alla collaudata macchina organizzativa del festival, guidata da figure professionali d’esperienza, con il coordinamento e la direzione artistica di Roberta Novielli. La partecipazione attiva degli studenti rimane comunque un elemento basilare nella filosofia dello Short, i giovani vengono, infatti, coinvolti in tutte le fasi della realizzazione del festival: dal catalogo alla logistica, dall’ufficio stampa ai sottotitoli, dal gruppo video alla giuria dei concorsi collaterali. I volontari dello Short crescono di anno in anno, e a chi vi ha già partecipato – e con entusiasmo continua a farlo – si aggiungono sempre forze nuove, tanto da toccare quest’anno la cifra record di oltre 200 studenti volontari.
I giovani sono protagonisti anche del Concorso Internazionale, centro nevralgico del Festival che, come da tradizione, raccoglierà 30 opere che rappresentano gli ultimi lavori e i saggi di diploma più recenti realizzati dagli studenti delle migliori scuole di cinema (o di corsi universitari ad esso dedicati) di tutto il mondo: dall’Australia al Portogallo, dagli Stati Uniti all’India. Se l’anno scorso si notava un’attenzione particolare nei confronti di tutti i tipi di violenza che l’individuo può subire, in particolare quella perpetrata ai danni delle donne e di tutti coloro che appaiono “deboli”, quest’anno i primi lavori selezionati sembrano concentrarsi sulla sfera dell’universo maschile, analizzato da prospettive molto differenti ed attente ad aspetti diversissimi come la crescita, il rapporto padri-figli o in generale bambini-adulti, la scoperta della sessualità e le discriminazioni collegate a tutti questi eventi; non mancano i ‘corti’ che rappresentano la violenza dell’uomo sull’uomo, sia come scontro fisico, sia come pressione della società e dell’ambiente circostante sulla vita degli individui. Sono temi universali che si prestano a molte declinazioni, come si nota nelle prime opere selezionate provenienti da vari angoli del globo terrestre: dal Portogallo arriva Bestas (Beasts) scritto e diretto da Rui Neto e Joana Nicolau. Il corto ha per protagonista Lucas, un ragazzino di 13 anni che cercando una rivalsa nei confronti dell’uomo che abusa di sua madre, finisce per far apparire, o tornare, un “predatore” ancora peggiore. Dall’Australia arriva The Comedian di Iain Bonner, in cui un ragazzo che desidera fare stand-up comedy è annientato da una schiacciante timidezza. Conoscendo una ragazza cinese, anche lei spaesata come lui, imparerà che nella vita può bastare avere un pubblico di una sola persona, per essere quello che si è sempre desiderato. Per concludere queste anticipazioni, dalla Slovenia arriva per una premiere internazionale, Svetlo črna (Bright Black), il film che rappresenta il saggio di laurea di Rene Maurin, nel quale un pittore al verde si trova costretto per sopravvivere ad impegnare la pregevole poltrona di suo nonno. Questo gesto metterà in moto una serie di visioni ed eventi che rivoluzioneranno il rapporto del protagonista con la realtà e il denaro.
Dalla Germania arriva Bruder (Brother): in questo corto il ventiquattrenne protagonista, di nome Lucasz, cerca di migliorare la propria condizione esistenziale legandosi ad un certo Milan, un malavitoso, per il quale comincia a lavorare. La sua ascesa nel mondo del crimine gli porta un piccolo lusso materiale che lo appaga, e il rispetto e la lealtà che andava cercando. Ma nel confronto con il suo fratello minore, Kamil, di tredici anni, piombatogli in casa dopo la morte della madre, vedrà se stesso, e nel momento in cui Lucasz comincerà a pensare “al plurale” dovrà prendere delle scelte che si riveleranno decisive. Dal Messico arriva El hombre que se rescató a la princesa (The man who rescued the princess), la storia di un seminarista ossessionato dalle sue fantasie su una donna misteriosa e provocante, che abita i suoi sogni. La passione per questa oscura figura femminile crescerà sempre più fino a mettere in discussione la sua fede, le scelte della sua vita, fino alla stessa “realtà” del protagonista, la sua nozione di bene, e di male.Un altro corto arriva invece dal Giappone: Daughters di Ken Ninomya racconta di un anziano vedovo che, sfrattato dalla casa dove vive in solitudine, si ritrova per alcuni giorni senza un posto dove andare. L’anziano decide allora di fare visita alle sue tre figlie, una dopo l’altra, portando con sé solo una pianta in vaso appartenuta alla moglie. Questa piccola Odissea familiare metterà alla prova l’identità del protagonista, e nei silenzi e negli imbarazzi tra le generazioni si potranno leggere le sconfitte e le possibilità di riscatto di un vecchio padre e nonno. Da Israele arriva Eishech, Teshukatech (Longing) di Nadav Mishali. In questo corto l’uomo in quanto marito e “maschio” è indagato dal punto di vista femminile di Michal, giovane sposa che ogni mese s’immerge nell’acqua, come prevede la pratica rituale del Mikveh, con lo scopo di purificare il proprio corpo in modo da poter giacere con il marito. Eppure quest’ultimo si disinteressa completamente a lei, gettandola nello sconforto e mettendo in crisi il loro rapporto e le loro identità. Dall’India arriva Rong’ Kuchak (Echoes) di Dominic Sangma. Protagonista del corto è Ianche, un poeta di successo che però è in piena crisi: non riesce più a scrivere perché è consapevole che la lingua da lui usata, il Garo, non ha mai sviluppato un proprio alfabeto ma ha preso in prestito quello inglese. Tormentato da questa consapevolezza Ianche vede il suo popolo che sta abbandonando la propria cultura e l’unico modo per salvare la propria tribù ma soprattutto se stesso gli pare sia scrivere i suoi pensieri in un’opera, o meglio creare un “nuovo alfabeto”, rinnovando il suo ruolo, quello del poeta, nella propria comunità. Dall’Argentina infine arriva Otro Día Más (Another Day) di Anne Thieme, che presenta uno scorcio nella quotidianità di Jorge, un uomo di mezza età costretto su una sedia a rotelle. Ogni giorno Jorge ha bisogno dell’aiuto della sua domestica, una giovane madre peruviana, che deve lavorare per lui per cercare di mantenere se stessa e il suo bambino. Il complesso rapporto di interdipendenza è il tema principale del corto che presenta la costruzione di una reciproca dipendenza come uno dei bisogni dell’essere umano.
La giuria internazionale che sarà chiamata a decretare il vincitore del Concorso si presenta tutta al femminile: per la quinta edizione dello Short la giuria è composta da Dominique Green, produttrice e distributrice dalla lunga carriera nel campo dell’industria cinematografica e fotografica, attualmente delegata per il Festival di Berlino per Inghilterra e Irlanda e, tra le sue produzioni, si annoverano La Tregua (1997) del maestro Francesco Rosi che ci ha lasciati il 10 gennaio di quest’anno, e Three Dollars (2004) di Robert Connolly; dalla giovane e pluripremiata regista (corti, videoclip e documentari) svizzero-francese Isabelle Mayor, tra i suoi lavori La Ménagerie de Betty (2009) e Amira (2014); e l’attrice romena Anamaria Marinca, già premiata per 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni (2007) di Cristian Mungiu, che ha recitato anche in Un’altra giovinezza (2007) di Francis Ford Coppola, e nel recente Fury (2014) di David Ayer con un cast di star hollywoodiane.
In occasione della sua quinta edizione il Ca’ Foscari Short Film Festival conferisce ai vincitori dei premi in vetro di Murano realizzati appositamente per il festival; si tratta di pezzi unici, lavorati da una tra le più importanti aziende impegnate nella produzione vetraria artistica muranese: la vetreria artistica Vivarini. Il Ca’ Foscari Short Film Festival rinnova e rafforza i propri legami con la città in cui si svolge, Venezia, un luogo carico di storia e cultura, cercando così di intrecciare diverse espressioni artistiche.
Come per l’anno scorso anche per la quinta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival Igort, nome d’arte di Igor Tuveri, uno dei fumettisti italiani più apprezzati a livello nazionale ed internazionale, le cui opere sono state distribuite in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, ha donato un suo disegno per il manifesto del festival (in allegato). Nel 2000 Igort ha fondato la casa editrice Coconino Press, con la quale ha pubblicato alcuni dei suoi lavori più acclamati e premiati, come 5 è il numero perfetto (2002), Dimmi che non vuoi morire (2007) e Quaderni ucraini (2010), mentre ha coltivato parallelamente le attività di musicista e autore radiofonico. Quest’anno Igort ha generosamente donato al Festival la bellissima copertina del suo Baobab 2.
Ricchissima e variegata anche quest’anno l’offerta dei programmi speciali che spaziano tra retrospettive, focus, workshop ed incontri con illustri ospiti.
L’animazione sperimentale di Yusaki Fusako sarà al centro di una retrospettiva a lei dedicata. La pluripremiata artista giapponese nel 1964 si è trasferita a Milano, dove ha frequentato l’accademia di Brera e dove tutt’ora risiede. In Italia è celebre per avere collaborato con le sue animazioni in clay-animation (animazioni di plastilina) a programmi per bambini molto conosciuti come L’Albero Azzurro, ma la sua fama non si limita alla sola produzione televisiva: lo Short ha il piacere di presentare alcune delle sue opere sperimentali che hanno contribuito ad elevare il livello dell’animazione giapponese nel mondo; ha inoltre realizzato il celebre spot del liquore Fernet Branca, trasmesso durante la trasmissione Carosello negli anni ’60 e ’70. Yusaki Fusako sarà ospite del festival. Il Ca’ Foscari Short Film Festival ha il privilegio di presentare in anteprima, grazie alla gentile disponibilità di Rai Fiction, le nuove animazioni realizzate per la serie Oto and music, che sarà prossimamente trasmesso dalla Rai.
Fondamentale e validissimo appuntamento di questa edizione è il programma speciale dal titolo Pasolini40, curato dallo studioso Fabio Francione, e dedicato alla commemorazione del genio registico di Pasolini nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa. Saranno proiettati alcuni dei cortometraggi e spezzoni più noti realizzati dal regista, poeta e scrittore, tra i quali il celeberrimo La Ricotta. Un altro evento di commemorazione sempre curato da Francione dedicato al regista, sceneggiatore e attore Giulio Questi, anche lui scomparso da poco tempo, alla fine del 2014, avverrà con la proiezione di Doctor Schizo e Mister Phrenic (2002) e Tatatatango (2003), due dei sette cortometraggi sperimentali che ha realizzato tra il 2002 e il 2007.
Sarà dedicato come ogni anno un focus su una scuola di produzione di film e corti; quest’anno è di scena il Film and Television Institute of India, oggi considerato un centro di eccellenza per la formazione delle maestranze in cinema e televisione non solo in India ma in tutto il mondo. Numerosissimi i riconoscimenti conseguiti da ex-alunni dell’Istituto, che hanno lasciato un segno nel cinema mondiale. Sarà proposta una selezione di saggi di diploma di famosi registi, a partire dal regista indiano Kumar Shahani, già giurato per l’edizione dello Short dell’anno scorso. Proprio con un’opera di Shahani si aprirà questo programma: The Glass pane (1966). Inoltre, saranno presentati i lavori di registi del calibro di Mani Kaul, Umesh Kulkarni e Amit Dutta. Sarà inoltre mostrato il corto Allah is Great (2012) di Andrea Iannetta, un italiano laureatosi alla FTII, che sarà ospite del festival.
Come ogni anno lo Short dedica uno spazio di approfondimento al cinema del passato. Quest’anno, in collaborazione l’archivio Carlo Montanaro e La Fabbrica del Vedere, si ripercorreranno le prime sperimentazioni del colore nella settima arte nel programma speciale dal titolo Verso i “colori naturali”.
Ritorna, dopo il grande successo del festival d’animazione organizzato nel 2012 dagli ideatori dello Short, anche il workshop Anymation curato da Davide Giurlando, che propone uno spazio dedicato al cinema di animazione, con un programma speciale, decisamente corposo, contenente corti e inserti da film. L’argomento approfondito quest’anno sarà quello delle intersezioni tra mondo “reale” e mondo animato.
Un programma speciale è riservato alla giuria internazionale, alle loro opere e ai corti che porteranno per questa edizione. Isabelle Mayor proporrà allo Short Amira (2014), prima assoluta per l’Italia; Anamaria Marinca invece porta il corto diretto da Tony Grisoni che la vede protagonista: Bootstrapped (2014); il corto, che è stato selezionato per il MagikalCharm Experimental Film Festival 2015 che si svolge a New York, viene proiettato per la prima volta in Italia. Mentre con Dominique Green si omaggerà Francesco Rosi, proiettando frammenti del suo La tregua (1997).
Ad affiancare il Concorso Internazionale torna come ogni anno anche il Veneto High School Competition dedicato a lavori realizzati da studenti degli istituti superiori veneti oltre alla terza edizione del video-concorso: Short&Sostenibilità, ideato in collaborazione con Ca’ Foscari Sostenibile. Il contest è aperto a tutti i giovani sotto i 35 anni, i quali dovranno ripensare il concetto di sostenibilità in un corto di 5 minuti, realizzato con qualsiasi tecnologia a loro disposizione. Viene riproposto anche quest’anno il Premio “Olga Brunner Levi” in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi, dedicato ai videoclip realizzati da studenti delle Scuole Secondarie di II grado della Regione Veneto; la Fondazione conferirà anche il premio per la migliore colonna sonora per un corto del concorso internazionale.
Torna lo spazio intitolato allo storico Videoconcorso Pasinetti, da sempre partner dello Short, che quest’anno avrà come protagonista Venezia con una serie di corti che trattano delle tante realtà, problematiche ed eccellenze che riguardano la città lagunare: turismo, residenzialità, cultura, degrado. In aggiunta il programma speciale Lo sguardo sospeso, curato da Elisabetta Di Sopra, accompagnerà lo spettatore in un viaggio nella video-arte italiana più recente. Sarà anche presente un programma speciale che intende rendere omaggio ad un festival romano dedicato alla sordità nel cinema, Cinedeaf.
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