I 150 ANNI DI CA’ FOSCARI CELEBRATI DAI GIOVANI FILMMAKERS DELL’UNIVERSITA’
LO SPECIALE TRA CINEMA E TEATRO SUL REGISTA GIAPPONESE SHUTARO OKU E LE OPERE PIU’ STRANE E SPERIMENTALI DALL’ESTRO ORIENTE CONFLITTI E TENSIONI NEI CORTI DEL CONCORSO, TRA AMERICA LATINA ED EUROPA DELL’EST
Venezia, 23 marzo. La terza giornata dell’ottava edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è stata inaugurata dalla seconda edizione del concorso Music Video Competition, di cui sono stati proiettati i dieci finalisti. Curato da Giovanni Bedeschi, che ha selezionato una giuria di professionisti per l’occasione, il concorso era aperto a studenti universitari o di scuole di cinema provenienti da tutto il mondo e ha come obiettivo ultimo quello di celebrare i registi che dedicano il loro lavoro alla realizzazione di video musicali, permettendo al pubblico di condividere un’esperienza collettiva.
Per celebrare i 150 anni dalla fondazione dell’Università Ca’ Foscari, il festival ha allestito il programma Young Filmmakers at Ca’ Foscari che raggruppa produzioni di studenti cafoscarini o legati all’Ateneo. In questa occasione è stato presentato il concorso “Racconta i 150 anni di Ca’ Foscari in 150 secondi”, dedicato a tutti i cafoscarini di oggi e di ieri che prevede la realizzazione di video di 150 secondi che presentino la vita universitaria presente, passato e futura. Durante il programma è stato annunciato anche il vincitore, lo studente dell’Ateneo Nicolò Grasso per il suo The Past is Present. È stato poi proiettato un mockumentary realizzato proprio in occasione dell’anniversario, intitolato Angelo’s Folly e diretto da Tommaso Giacomin, insieme a un altro corto girato da uno studente cafoscarino, Jacopo Renzi, Come se non fosse mai successo. Infine è stata presentata un’anteprima di Nel cuore muto del divino di Riccardo de Cal, documentario che ripercorre il restauro della sede principale di Ca’ Foscari attuato da Carlo Scarpa.
La giornata è proseguita con l’usuale appuntamento dello Short Meeting Point durante il quale, con la moderazione del Direttore del festival Roberta Novielli, i giovani registi del Concorso Internazionale presenti al festival si sono confrontati sui loro lavori e sull’importanza delle scuole di cinema per la loro carriera registica. East Asia Now: Weird & Experimental è invece il programma a cura di Stefano Locati che ha proposto una selezione di cortometraggi provenienti dall’Asia Orientale che tentano di raccontare, da prospettive insolite e bizzarre, il presente di paesi come le Filippine, Taiwan, Corea del Sud e Giappone. Tra i progetti presentati c’è stato anche il giapponese Kyonetsu, proiettato alla presenza del regista Yuji Mitsuhashi e dell’attrice protagonista Kyoko Takahashi, un intenso racconto in bianco e nero sulla crisi di uno scrittore di mezza età, tra momenti di passione e raptus violenti. All’interno del programma speciale è inoltre stata ospitata una finestra su un giovane festival di cinema cinese indipendente, il Dong Film Festival, creato nel 2016 dalla volontà di alcuni giovani studiosi e professionisti italiani, sotto la direzione artistica di Zelia Zbogar.
Le proiezioni giornaliere del Concorso Internazionale si sono aperte con Dopdi della regista indiana Shivani Sharma, storia una donna che affronta i soprusi e le oppressioni della società in cui vive. Una denuncia al rigido sistema patriarcale della cultura indù. A seguire il corto Wiem per la regia del polacco Piotr Nalazek, che narra la storia di due fratelli, Magda e Tomek. Due giovani ragazzi separati da bambini che si ritrovano dopo molti anni, rivisitazione moderna de L’urlo e il furore di William Faulkner. Dal Belgio arriva invece Diëgo Nurse, che ha presentato Hugs and Hurricanes, un ritratto personale dello stesso regista che mescola animazione e riprese dal vivo per raccontare le sue ansie e i timori nel crescere un figlio autistico. Ya ostayus’ è il corto del giovane regista russo Grigory Kolomytsev girato nel suo paese d’origine in Crimea e ruota attorno al rientro a casa del protagonista Filatov per seppellire il fratello; una storia che aleggia tra la vita e la morte. A conclusione della sessione pomeridiana è stato proiettato il corto The Blacksmith, frutto della collaborazione tra il regista ucraino Ivan Andrianov e la regista tedesca Nina Gudme. Un viaggio nel cuore dell’Ucraina per raccontare la vita di un fabbro di nei pressi di Kiev, collegandosi alle tradizioni del popolo ucraino, in una realtà ancora incrinata dai conflitti. A seguire: Nueve nudos, corto venezuelano di Lorena Maria Colmeneres Molina, due fratelli, da poco orfani, rendono omaggio alla madre con un antico rituale. Nove sono i nodi che uno dopo l’altro appaiono su di una corda. Nove i desideri espressi per l’anima della madre che ha lasciato la Terra; in un altro corto latino, El escarbajo al final de la calle, dello spagnolo Joan Vives Lozano, una veggente prevede la morte del protagonista entro una settimana, portando al susseguirsi di una serie di eventi che gli cambieranno l’esistenza; Eric del regista turco Hakan Sağiroğlu: qui una madre deve affrontare la scomparsa del figlio dodicenne, Eric, mentre deve lottare contro gli errori del passato e i problemi del presente; si rimane nell’area dell’Est Europa con Lijana, corto serbo di Ivan Đurović. Il forte rifiuto che un gruppo di ragazzi ha per tutto ciò che riguarda il mondo degli adulti, viene messo alla prova quando incontrano un uomo misterioso; Taasta Side dell’estone Tõnis Pill : qui un detective sotto copertura cerca di catturare il principale trafficante di droga della regione. L’operazione si complica quando si trova faccia a faccia con un uomo che non vedeva da venticinque anni.
Tra gli ospiti più attesi della giornata c’è stato il regista cinematografico e teatrale giapponese Shutaro Oku. All’interno del programma Oku ha presentato Lalaladon, sulla popolare cantante del gruppo HKT48 Nako Yakubi, mentre Footages from ‘3D No Advanced presenta in 3D la performance di teatro noh di Takanobu Sakaguchi. Sono state inoltri proposti una serie di fondali animati realizzati dal regista per spettacoli di teatro tradizionale giapponese ed estratti dalle sue opere. Il momento più atteso è stata la proiezione di Nigorie, presentato in anteprima mondiale e girato tra Tokyo e Venezia. L’opera, basata sull’omonimo romanzo di Ichiyo Higuchi, ritrae la realtà allucinatoria legata alle aspettative di una donna nei confronti di un uomo senza scrupoli.
I tre membri della Giuria del Concorso, i registi Roberta Torre e Hiroki Nayashi, e Marcil Bortkiewic, sono stati invece i protagonisti del consueto Programma speciale della giuria, durante il quale hanno incontrato il pubblico e presentato opere scelte da loro. Torre ha introdotto spezzoni dal musical Riccardo va all’inferno, fresco vincitore del David di Donatello per il Migliore costumista, rielaborazione in chiave contemporanea del celebra dramma shakespeariano. Hiroki ha invece presentato Soul Journey – To the future of Nanto, inno allo splendore della cittadina di Nanto, ai suoi magnifici paesaggi naturali e alla sua comunità locale unita. Infine Bortkiewic ha presentato Early Learning, un documentario nel quale uno studente di oceanografia insegna a una foca nata in cattività a vivere nel suo habitat naturale.