Bill Plympton incanta lo Short con la sua masterclass
I giurati salgono sul palco per presentare i corti da loro scelti
In Concorso oggi: rabbia adolescenziale in Turchia con City, crisi del lavoro in Albania con Kaspula e vendette legate a legami familiari nel giapponese Bridge
E ancora: la videoarte italiana di Lo sguardo sospeso, il programma sulla sostenibilità, i corti di Promofest e la seconda parte del workshop Anymation
La giornata è iniziata con il programma speciale dedicato alla sostenibilità. Inizialmente sono saliti sul palco il prof. Giulio Pojana e il regista Eugenio Fogli che hanno presentato il documentario Mare Adriatico (Rifiuti a Nord-Est), successivamente sono stati proiettati i tre cortometraggi finalisti del Video-concorso Short&Sostenibilità, organizzato in collaborazione con Ca’ Foscari sostenibile che ha premiato il vincitore What Weee Are – Weee Are Cutter Ants di Alessio De Marchi e Alessandra Turcato, infine è stato presentato la rassegna cinematografica Itinerari di sostenibilità.
Si è svolto poi il programma speciale Short Film Festival Meets PROMOFEST dove sono stati presentati alcuni cortometraggi dell’agenzia spagnola Promofest che dal 1992 promuove film per festival in tutto il mondo. Quattro sono stati i corti proposti in questa terza giornata del Festival e che hanno argomenti molto diversi fra loro, spaziando dall’animazione, alla commedia surreale, fino a trattare temi drammatici. È stato proiettato Artún (2014) dove il protagonista è un adolescente che scopre la propria sessualità recandosi in città per scoprire se le dicerie sulle ragazze che abitano là sono veritiere, a seguire El dia mas feliz, la fiction del 2015 che vede come protagonisti due giovani che si sposano in un tribunale con la sola presenza dei testimoni di nozze, senza avere nessun tipo di cerimonia. Nello short The Black Bear (2015) un gruppo di amici decide di fare una gita nel parco naturale degli orsi bruni, obbligati a rispettare alcune regole imposte. E infine, il corto animato Zepo: protagonista è una bambina che si allontana dalla sua casa per seguire una scia di sangue. A seguire, è andato in scena il secondo e ultimo appuntamento con il workshop Anymation a cura di Davide Giurlando, dedicato al cinema d’animazione. Nella seconda parte del workshop si è parlato nuovamente di regie “doppie”, relativamente rare nel mondo del cinema d’animazione, ma di grande interesse non solo nell’ambito delle grandi produzioni come Pixar e Disney, ma anche in altre produzioni estremamente originali. Esempi di questa originalità sono stati When the Day Breaks (1999) di Wendy Tilby e Amanda Forbis, così come le opere di John Hubley e Faith Elliott, coppia unita sia sentimentalmente che professionalmente, e i lavori dei fratelli Timothy e Stephen Quay.
Le proiezioni pomeridiane del Concorso Internazionale sono iniziate alle quattro con SottoSopra, degli esordienti Brunelli, Zanoni, Galvani e Benna del Politecnico di Milano. Reinterpretando il paesaggio urbano sulla scia della grande arte e del più libero gioco visivo, il loro corto rivela insospettabili prospettive e riflessi che capovolgono ogni percezione nota del reale. Dalla Turchia viene invece Temel Arda Karsli, il cui Sehir – City non ha solo per protagonista il giovane Semih ma la stessa città di Istanbul, in un fondersi continuo della solitudine umana con l’anima della città. Disgregazione, incertezza, rabbia e discriminazione sono i sentimenti che permeano questo incisivo cortometraggio. Albanese è invece Irdit Kaso, che con Kapsula – Capsule è alla seconda esperienza di regia. La macchina da presa coglie questa volta le disavventure di Keli, saldatore sul lastrico, separato dalla moglie, costretto a vivere senza un riparo e a sognare la sua piccola figlia lontana. È poi seguito il venezuelano Valentino Sandoli con la proiezione del suo Paradigma, storia della maturazione intima e sessuale dell’adolescente Guille, attratto sempre più dal suo migliore amico. Ci si è poi spostati in Giappone con Hashi – Bridge di Suzuyuki Kaneko, giovane nipponico col cinema nel sangue che ha messo questa volta in scena una storia di vendetta e di rapina, in un susseguirsi di colpi di scena. Ultimo corto del pomeriggio è stato Kamakshi dell’indiano Satindar Singh Bedi. Da una storia popolare indiana, l’autore sviluppa un’opera forte e surreale ma al tempo stesso profondamente vicina alla realtà.
È stata poi la volta del tradizionale appuntamento con la videoarte nel programma speciale Lo sguardo sospeso curato da Elisabetta di Sopra. Sono stati presentati esempi delle più attuali tendenze e ricerche sul rapporto tra questa forma artistica e il corpo con, tra gli altri, i movimenti lievi e armonici dell’opera di Rino Stefano Tagliafierro, in cui i classici dell’arte prendono respiro e si animano, e il lavoro di Lino Strangis, in cui la riappropriazione dell’oggetto, incarnato dall’immagine della mela, diventa il riflesso della relazione tra l’uomo e gli elementi naturali. A seguire è andato in scena il Programma speciale della Giuria, durante il quale sono stati proiettati alcuni cortometraggi portati dai tre componenti della giuria internazionale del Concorso, tra i quali alcuni girati dai giurati stessi come NightCry di Takashi Shimizu, realizzato per promuovere l’omonimo videogame, e Avsesh (The Remnants) con cui Kasaravalli vinse il premio nazionale per il miglior cortometraggio nel 1975, mentre Giannalberto Bendazzi ha presentato il cortometraggio di animazione Schody (Stairs), del maestro polacco Stefan Schabenbeck. Shimizu ha inoltre presentato in anteprima internazionale una clip del suo film in uscita questa estate, il primo al mondo pensato per il formato 3D Dome, The Man From 9 Dimensions. I tre giurati si sono poi gentilmente prestati a rispondere ad alcune domande sul palco dell’Auditorium, dando soddisfazione alle curiosità dei tanti presenti.
È con l’attesissimo programma speciale Il mondo di Bill Plympton che si è conclusa la terza giornata della sesta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival. Si è trattato di una masterclass di due ore in cui il famoso disegnatore, animatore ed illustratore americano ha raccontato la sua carriera e ha introdotto il pubblico all’interno del suo mondo attraverso la visione di alcuni suoi corti, come Guard Dog, che dà al pubblico una finestra su come la mente paranoica di un cane può immaginarsi pericoli, dalla flora alla fauna, durante una passeggiata attraverso un parco di quartiere; Your Face invece comincia con un uomo seduto che canticchia, la cui faccia comincia a distorcersi proprio durante la sua canzone; infine Footprints tratta di un uomo “qualunque”, il quale viene svegliato da un qualcuno o qualcosa che rompe la sua finestra e l’uomo decide di mettersi alla ricerca del vandalo con in mano una pistola e seguendo la orme.