ISTITUTO: Budapest Metropolitan University
ANNO: 2017
LINGUA: Inglese / Ungherese
SINOSSI: La lotta di una madre per trovare il proprio figlio, sia fisicamente, sia psicologicamente; la sofferenza di una moglie imprigionata in un matrimonio infelice, in un Paese in cui si sente un’estranea; una donna vuota, distrutta, ma che farebbe di tutto per amore del figlio. Tre lati del femmineo racchiusi in un unico personaggio che enfatizza quanto impetuosa possa essere una donna quando a essere in pericolo sono i suoi legami più profondi. Il figlio Eric però non lascia nemmeno un messaggio ai suoi genitori e questo causa due reazioni contrapposte: al fastidio del padre fa da contraltare la disperazione della madre. Lei vuole solo suo figlio indietro. Il regista cattura drammaticamente la forza del legame madre-figlio e la fierezza dell’amore di una madre: indistruttibile, imprevedibile, inarrestabile.
BIOGRAFIA: Hakan Sağıroğlu è un fotografo e regista autodidatta. Nato nel 1990, incontrò il lato esitenzialista del cinema dopo aver guardato “2001: Odissea nello spazio” durante le scuole superiori. Lavorò come fotografo indipendente mentre studiava alla Istanbul University. Appena dopo la fine delle “Proteste Gezi” a Istanbul, a cui partecipò attivamente durante il 2013, decise di trasferirsi a Budapest per studiare produzione cinematografica. Durante i suoi studi a Budapest, scrisse e diresse numerosi cortometraggi, lavorò come Secondo Assitente alla Direzione in un film e fece un tirocinio in una società di produzione televisiva. Si laureò presentando un cortometraggio, di genere drammatico, “Eric”, che scrisse e diresse lui stesso. Analogamente, scrisse la sua tesi su “I riferimenti esistenzialisti nell’ -interno- di Zeki Demirkubuz”. Come un artista, ha interesse nel trovare l’armonia dell’antropologia, psicologia e filosofia nel suo lavoro. Attualmente, abita a La Seyne, nel sud della Francia, e lavora come volontario a “Les Petits Frerers Des Pauvres”.