VENEZIA, 2 MARZO 2017. La settima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è alle porte. Dal 15 al 18 marzo il Festival animerà lo splendido Auditorium Santa Margherita, nel cuore del centro storico di Venezia, dove si confronteranno i trenta cortometraggi del Concorso Internazionale dedicato agli studenti delle scuole di cinema e università di tutto il mondo, accompagnati da programmi speciali, omaggi e masterclass di altrettanto interesse.
Il Festival, realizzato con la collaborazione della Fondazione di Venezia, è il primo in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università e mantiene fede alla sua mission di essere una manifestazione pensata dai giovani per i giovani: sono loro i protagonisti di questa grande festa, dall’una e dall’altra parte dello schermo. Lo “Short” è, infatti, concepito come momento professionalmente formativo per gli studenti volontari di Ca’ Foscari, i quali forniscono linfa vitale sempre nuova alla collaudata macchina organizzativa del festival, guidata da figure professionali d’esperienza, con il coordinamento del direttore artistico e organizzativo Roberta Novielli. La partecipazione attiva degli studenti rimane un elemento centrale nella filosofia dello Short, poiché i giovani sono coinvolti in tutte le fasi della sua realizzazione: dal catalogo alla logistica, dall’ufficio stampa ai sottotitoli, dal gruppo video alla distribuzione. I partecipanti crescono di anno in anno, e a chi vi ha già preso parte – e con entusiasmo continua a farlo – si aggiungono sempre forze nuove.
Momento centrale della manifestazione è il Concorso Internazionale che continua a crescere qualitativamente anno dopo anno, potendo contare per questa settima edizione sull’arrivo da tutti i continenti di oltre 1.300 opere risultate ammissibili alla selezione (oltre alle circa 2.000 pervenute non idonee). Lo Short si conferma così come una delle vetrine principali in Italia per tutti quei giovani registi che frequentano o si sono appena laureati nelle più prestigiose scuole di cinema e università del mondo. I trenta cortometraggi selezionati, infatti, prevengono da 29 scuole e rappresentano ben 25 nazionalità differenti, spaziando dal Brasile alla Svezia, dalla Corea del Sud al Sud Africa, con tre corti italiani in concorso, per una varietà che certifica un impegno globale nella crescita di giovani talenti. Se da una parte è impossibile ingabbiare rappresentanti di cinematografie così lontane in etichette omogeneizzanti, è altrettanto vero che dalla selezione del 2017 emerge una particolare attenzione per rappresentazioni distorte della realtà, spesso in risposta a circostanze troppo dure da affrontare senza i mezzi dell’evasione. Un tema che si può declinare in moltissime varianti, come quella del padre protagonista di Goldfish dell’argentino Facundo Scalerandi che per non dover spiegare la morte della madre ai figli costruisce una realtà parallela fatta di bugie sempre più difficile da sostenere. Una dimensione alternativa è anche quella virtuale che può portare alla svalutazione della vita umana e all’oggettificazione delle persone come nel russo Next di Elena Brodach, o può essere rappresentata da alterazioni mentali, come nel caso di Under the Surface You Are Never Alone, realizzato da Alessandro Berellini per una scuola svedese, nel quale il trauma di una rapina porta la spaventata protagonista in uno stato di semi-incoscienza nel quale realtà e immaginazione diventano indistinguibili. La realtà, infine, può essere essa stessa un vero e proprio incubo a occhi aperti come quello proposto da Nocebo del regista indiano Faraz Alam, sulla spietata vendetta di un’infermiera contro i soldati nazisti durante l’occupazione della Repubblica Ceca. D’altro canto, però, lo Short ha voluto dare spazio anche a corti che fanno dell’ironia la loro cifra stilistica, o della commedia il proprio genere, in controtendenza rispetto a quell’idea di concorso cinematografico che seleziona quasi esclusivamente opere drammatiche. Si colloca perfettamente in questo contesto l’ungherese Sightseeing di David Borbás nel quale il furto di un taxi mette in moto un improbabile viaggio da Budapest a Vienna con una partner inaspettata.
La Giuria internazionale, che sarà chiamata a decretare il vincitore del Concorso e ad assegnare la menzione speciale Volumina per il miglior film d’arte, è costituita come sempre da tre personalità di grande spessore provenienti dal mondo del cinema. L’artista francese Catherine Breillat debutta come attrice in Ultimo tango a Parigi di Bertolucci per poi collaborare alle sceneggiature di film di autori quali Cavani e Bellocchio. Da regista, opere come A mia sorella! e Romance (con Rocco Siffredi) hanno infiammato i dibattiti cinefili per la loro rappresentazione libera ed esplicita della sessualità, tema centrale anche della sua produzione letteraria. Altra presenza femminile è l’attrice polacca Malgorzata Zajaczkowska, una celebrità nel proprio paese, dove ha recitato per Krzysztof Zanussi e Andrzej Wajda, ma attiva anche negli Stati Uniti con il nome d’arte di Margaret Sophie Stein, collaborando con autori del calibro di Paul Mazursky e Woody Allen (in Pallottole su Broadway). Non meno importante è Barry Purves, uno dei maggiori animatori inglesi, specializzato nella tecnica della stop-motion e candidato agli Oscar per Screen Play; ha collaborato con le sue animazioni anche a film come Mars Attack! di Tim Burton e King Kong di Peter Jackson. Alle tre personalità sarà dedicato il consueto Programma speciale della giuria, un’occasione unica per il pubblico per incontrare gli artisti e ripercorrere le loro carriere attraverso parole e immagini. Tra di esse spiccano quelle del corto Drawn from Memory di cui è interprete Zajaczkowska, alla cui proiezione sarà presente anche il regista Marcin Bortkiewicz, astro nascente del cinema polacco che sta salendo alla ribalta internazionale. Il Premio Levi per la miglior colonna sonora, offerto dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, verrà invece assegnato da una giuria appositamente designata, composta dal presidente del comitato scientifico della Fondazione stessa, Luisa Zanoncelli, dal compositore di levatura internazionale Gabriele Roberto e da Roberto Calabretto dell’Università di Udine. Si segnala inoltre da quest’anno l’istituzione del Premio “Pateh Sabally”, fortemente voluto dal Festival e dalla Municipalità di Venezia, intitolato al ragazzo del Gambia scomparso tragicamente nelle acque del Canal Grande il 22 gennaio scorso. Il premio, che consiste in un’opera del mastro vetraio Paolo Crepax, sarà assegnato al cortometraggio del Concorso Internazionale che meglio saprà elaborare i temi della multietnicità e dell’accoglienza.
Di grande prestigio è anche l’autore del manifesto di questa settima edizione, ovvero Giorgio Carpinteri – alla prima collaborazione con lo Short – il quale sarà presente per incontrare il pubblico in un lungo omaggio-intervista dedicato alla sua arte. Illustratore, fumettista e pittore, ha collaborato con tutte le principali riviste di fumetti italiane, da “Il Mago” a “Linus”. Le sue storie brevi sono poi state raccolte in diversi volumi, tra cui Flirt e Incrocio magico. Nel 1983 è uno dei fondatori del gruppo di artisti Valvoline Motorcomics, responsabile di un supplemento a fumetti su “Alter Alter”. Il romanzo grafico di Carpinteri, Polsi sottili, pubblicato in quegli anni, è stato recentemente ristampato in un prestigioso volume edito da Coconino Press. Negli anni successivi collabora a numerose testate, tra cui “Dolce vita”, nata dal gruppo Valvoline. Dal 1986 è anche direttore artistico di programmi televisivi, nonché autore di manifesti e campagne pubblicitarie.
Ricchissima e variegata anche quest’anno l’offerta dei programmi speciali che spazia tra omaggi, focus, workshop e incontri con gli ospiti. Tra i fiori all’occhiello della settima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival c’è sicuramente la presenza di Takahashi Hiroshi, storico sceneggiatore della trilogia originale di The Ring, il film più iconico dell’intero filone J-Horror che ha influenzato notevolmente lo sviluppo del genere, spopolando anche in Italia. Takahashi terrà una masterclass sull’horror durante la quale sarà proiettato anche un mediometraggio da lui diretto: Kyu shihaisha no Kyaroru, ispirato alla canzone lovecraftiana “Carol of the Old Ones”. Takahashi collabora inoltre con i corsi di cinema dell’Università Waseda di Tokyo, una delle più prestigiose del Giappone, nei quali insegnano anche registi di fama internazionale quali Koreeda Hirokazu e Nishikawa Miwa. Lo Short proporrà quattro tra i migliori cortometraggi realizzati dagli studenti della Waseda, in un duplice programma a cura di Tsuchida Tamaki e Morita Norimasa, realizzato grazie alla collaborazione della Venice International University (VIU). Si colloca tra gli omaggi alle scuole di cinema anche quello a ECAM, storica scuola di cinema di Madrid che non solo alleva i giovani registi spagnoli del futuro ma, proprio come lo Short, promuove il cortometraggio in tutte le sue forme, per esempio allestendo ogni anno la manifestazione Madrid en corto, della quale saranno presentate sei opere dalle ultime tre edizioni che si distinguono per l’eterogeneità dei generi proposti mantenendo un alto standard qualitativo.
Il focus monografico di quest’anno è a cura di Cecilia Cossio ed è dedicato al giovane regista indiano Umesh Vinayak Kulkarni, uno dei più importanti tra quelli di lingua marathi, diplomato al Film and Television Institute of India (FTII) di Pune, con un corto presentato allo Short nel 2015 in occasione del programma dedicato a questa fondamentale scuola di cinema indiana. Il festival proporrà quattro cortometraggi dell’autore, attraverso i quali sarà possibile apprezzarne le peculiarità, come la precisione documentaria nello scolpire visivamente gli ambienti – materiali e psicologici – e la profonda sensibilità nel delineare personaggi e situazioni anche attraverso i suoni (o la loro assenza). Nonostante si sia ormai affermato anche nel lungometraggio (l’ultimo, Highway, è del 2015), per l’autore il formato breve ha una grande importanza, tanto da organizzare ogni anno “Shoot a Short!”, un workshop sul cortometraggio come forma indipendente di narrazione.
Un omaggio sarà poi tributato all’artista giapponese Iimen Masako, una delle più importanti sand art artist a livello globale, una particolare tecnica che permette di creare con le mani vere e proprie storie attraverso la modellazione in tempo reale della sabbia su un vetro, ripresa a ‘passo uno’. Come animatrice Iimen ha anche collaborato con il “dio dei manga” Osamu Tezuka, il quale ha definito i sui lavori “pieni d’amore”. Il programma ripercorre la sua carriera, partendo dalle prime sperimentazioni con la sand animation per arrivare alle sue più acclamate performance internazionali. Tra i suoi lavori, il più celebre in Italia è probabilmente la sigla di chiusura di Orange Road (il popolarissimo È quasi magia Johnny). Iimen sarà anche la grande protagonista della serata finale quando, ad accompagnare la proclamazione dei vincitori, delizierà il pubblico dell’Auditorium con una sbalorditiva performance dal vivo di sand animation, per uno spettacolo dal grande impatto scenografico.
Partner storico dello Short, al quale dona una menzione speciale sin dalla prima edizione nel 2011, Volumina è una casa editrice torinese di assoluto valore che risalta nel panorama italiano e internazionale. Con un presidente onorario come Peter Greenaway e l’apporto di registi come David Cronenberg e Atom Egoyan, Volumina realizza art-book dedicati al cinema (e non solo), concepiti però non come semplici libri, ma come veri e propri oggetti d’arte che si avvicinano alla natura degli autori a cui sono dedicati e che spesso accompagnano mostre, spettacoli o installazioni degli stessi. Sul palco dell’Auditorium ne parlerà con il pubblico il direttore artistico Domenico De Gaetano che presenterà inoltre in anteprima il backstage di Ripopolare la Reggia, l’installazione multimediale realizzata da Peter Greenaway nel 2007 per l’inaugurazione della Reggia di Venaria Reale, che uscirà in dvd a settembre.
Lo sguardo al passato quest’anno va in due direzioni, alla scoperta di due realtà affascinanti e scarsamente esplorate che saranno riscoperte eccezionalmente sullo schermo dell’Auditorium. Particolare attenzione viene riposta sugli spot pubblicitari, da sempre una forma espressiva capace di rivelare la creatività e l’inventiva di autori emergenti e che, nei suoi esempi più “autoriali” (si pensi ai recenti casi di Sorrentino e Wes Anderson), è perfettamente assimilabile ai cortometraggi. Un programma speciale chiamato Desiderio di movimento, curato dallo storico del cinema Carlo Montanaro in collaborazione con La fabbrica del vedere, permetterà, attraverso una selezione di rari filmati d’archivio, di esplorare le prime forme di spot pubblicitari, dalla fine dell’Ottocento agli anni trenta, rivelandone le fondamenta e le connessioni con il cinema delle origini. C’era una volta…la Svizzera è il secondo programma, curato da Massimiliano Maltoni rinnovando la collaborazione con il Consolato di Svizzera a Venezia e la Cinémathèque Suisse, che si concentra invece sul cinema svizzero delle origini, riportando alla luce materiali di inizio secolo scorso che vanno dall’Esposizione Universale di Ginevra del 1896 a un divertente “indovinello cinematografico” che ha per protagonista l’eroe svizzero per antonomasia, Guglielmo Tell, fino a un classico esempio di cinegiornale degli anni venti.
Si rinnovano anche quest’anno alcuni tra gli appuntamenti più amati dello Short, a partire da Lo sguardo sospeso, programma a cura di Elisabetta Di Sopra, realizzato in collaborazione con Visualcontainer, che proporrà al pubblico una selezione di videoarte italiana degli ultimi due anni che abbraccia la sperimentazione più estrema legata agli scenari digitali sintetici, fino al ritorno al racconto e alla sperimentazione più classica. Davide Giurlando torna invece a curare Anymation, workshop dedicato al cinema animato, incentrato quest’anno sul tema “l’animazione e il logorio della vita moderna”, con la presentazione di estratti da opere di Bozzetto, della scuola di Zagabria, fino ad arrivare ai più recenti Ralph Spaccatutto e Logorama. Come di consueto verrà inoltre presentato il cortometraggio realizzato come “saggio finale” dagli studenti del Corso di cinema digitale organizzato a Ca’ Foscari dagli stessi coordinatori dello Short, i quali, insieme ai numerosi professionisti coinvolti, hanno guidato i ragazzi in tutte le fasi della realizzazione del lavoro, quest’anno un libero adattamento di “I giorni perduti”, racconto di Dino Buzzati.
Ad affiancare il Concorso Internazionale ci sarà l’ultima edizione del Concorso Scuole del Veneto dedicato a lavori realizzati da studenti degli istituti superiori della regione che, in virtù del successo riscosso negli scorsi anni, dal 2018 sarà esteso alle high school di tutto il mondo. Congiuntamente si inaugura la collaborazione con il festival romano Quindici19, dedicato proprio a questa fascia d’età, con la proiezione del vincitore dell’ultima edizione. Dedicato agli studenti liceali è anche il quarto Premio “Olga Brunner Levi”, in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi, un concorso di videoclip che dovranno essere realizzati da studentesse o comunque incentrati sul tema “la donna nella musica”, declinabile in tutte le sue varianti. Tra le novità di questa settima edizione si segnala l’istituzione del primo Music Video Competition, un concorso riservato a video musicali realizzati da studenti delle università e delle scuole di cinema di tutto il mondo. Il concorso, del quale saranno proiettati i finalisti, è a cura di Giovanni Bedeschi. Si rinnova infine lo spazio dedicato a uno storico partner dello Short, il VideoConcorso Pasinetti che presenterà i lavori premiati nell’edizione 2016, così come il Video-oke!, divertente variante del karaoke nel quale i giocatori devono cimentarsi nel doppiaggio dei dialoghi di celebri spezzoni di film.