UN VIAGGIO FRA EUROPA, AMERICA E ASIA: I CORTI DEL CONCORSO TRA DOCUMENTARI, ANIMAZIONE E FICTION
LA VIDEOARTE ITALIANA DI LO SGUARDO SOSPESO
IL TRIBUTO AL VIDEO CONCORSO ‘PASINETTI’
Venezia, 22 marzo. La seconda giornata dell’ottava edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival è stata inaugurata dal programma speciale dedicato al VideoConcorso “Francesco Pasinetti”, storico partner del festival giunto ormai alla sua 15° edizione. Il progetto nasce a Venezia e ha l’obiettivo di promuovere e diffondere un’attività cinematografica a livello locale e di favorire i temi del dialogo intergenerazionale e interculturale, della convivenza cordiale e del turismo sostenibile, ed è rivolto in particolare ai giovani registi locali. La selezione proposta quest’anno viene principalmente dal Premio Bruno Rosada dedicato ai booktrailer, folgoranti video di pochi minuti nei quali i giovani registi devono raccontare un libro in immagini, come avviene ad esempio in Il nome della Rosa di Elena Carraro e Un pesce sull’albero realizzato all’Istituto Spallanzani di Mestre. Tra le opere presentate anche quelle della sezione “Venezia una città”, per cui sono stati proiettati Exterminating Angel di Philippe Apatie e Veludere di Angela M. L. Colonna.
In collaborazione con diversi istituti superiori della provincia di Venezia, per la sua edizione del 2018 il Ca’ Foscari Short Film Festival ha riproposto il programma speciale Video-oke!, durante il quale ai ragazzi che hanno partecipato è stato chiesto di ri-doppiare scene da film molto conosciuti, poiché è proprio in questo che consiste l’esperimento: recitare con la propria voce, in una performance dal vivo, su spezzoni di film, privati dei suoni o delle voci degli attori.
Il programma di videoarte Lo sguardo sospeso, curato da Elisabetta Di Sopra con la collaborazione di Alessandra Arnò, co-fondatrice di Visualcontainer, ha proposto una selezione che coinvolge e coniuga passato e presente in una continuità narrativa sì riconoscibile, ma allo stesso tempo diversa rispetto ai suoi significati classici. La videoarte ha la straordinaria capacità di rendere immediati i sentimenti anche più reconditi dell’essere umano grazie alla sua forte capacità espressiva. Fra i progetti presentati c’è Alla salute! di Davies Zambotti, il cui intento è quello di farci brindare alla cacofonia della vita di tutti i giorni, alle parole e alle situazioni coperte o obliterate da diversi strati sonori. Segue No more upgrade di Sonia Armaniaco, dove è l’ingordigia sempiterna dell’uomo per il potere che risuona attraverso le immagini e i rumori delle esplosioni nucleari. Viene, poi, presentato il progetto 00:00:01:00 di Eleonora Roaro, un’installazione che si compone di sette video-performance della durata di un secondo. Ambientato in diversi siti preistorici della Cornovaglia, rappresenta la fragilità e l’effimero come metafora dell’evoluzione della Terra. Nel corto The sky is fallin, loop di Barbar e Ale – Barbara Ceriani Basilico, Alessandro Mancassola – sono il whiteout della neve sulle Alpi svizzere, il vento che le sferza e un lago ghiacciato a creare un dialogo immaginifico e sonoro con l’uomo, solitario, incerto, che suona un vibrafono di metallo nel vano tentativo di mantenere il controllo di un mondo oppressivamente bianco e decadente. Green gold di Micol Roubini e Lorenzo Casali riprende un’espressione finlandese, “Oro verde”, che indica la ricchezza delle foreste, un tesoro che rischia di essere dato per scontato, così come costantemente modificato dall’azione umana. In Your body is your Buddha, Eleonora Roaro vuole dimostrare attraverso le coreografie come il corpo sia la massima espressione della natura e, per questo, simulacro del processo karmico. In Cross Broadway, l’autrice Valentina Miorandi si improvvisa turista per scovare il cuore pulsante di Manhattan, in un susseguirsi di luci, icone e figure anonime. Chiude il programma Limite di Debora Hirsch, dove l’artista produce tre trailer postumi della pellicola brasiliana Limite di Mario Peixoto, creati utilizzando le immagini e i suoni originali del film, ma con tre stili diversi.
La seconda giornata di proiezioni dei corti del Concorso internazionale ha visto un viaggio fra Europa, America e Asia. Il primo cortometraggio viene direttamente dalla Germania, come il suo regista, Lukas März, originario di Monaco, autore di Freie Kamera, la storia di Ernst Schmid, un regista che deve mettere in pausa le riprese del suo film per assistere la moglie gravemente malata. Nonostante tutto la sua passione per la regia lo porta a continuare il documentario iniziato, recandosi suoi set dove ha lavorato come operatore dei Bavaria Studios. Arriva dalla Francia l’animazione di Bérénice Motais de Narbonne, Astrale. La protagonista è Magda, una tredicenne che ha la capacità di diventare una proiezione astrale e di lasciare il proprio corpo per viaggiare attraverso il suo mondo interiore, un mondo popolato da strane ma affascinanti creature che la portano a mettere in dubbio la sua identità e la sua sessualità. Ci si trasferiti poi in California con Night Call di Amanda Renee Knox, nel quale una poliziotta, madre di due bambini, nel corso di un pattugliamento si mette all’inseguimento di alcuni giovani delinquenti che la porterà a prendere una decisone che cambierà per sempre la sua vita. E’ stato poi il turno di uno dei due corti italiani in Concorso, Adavede di Alain Parroni, che segue una giovane della periferia romana con il telefono costantemente in mano. Quando inaspettatamente incontra un cervo cerca di fotografarlo ma il cellulare si spegne. Ciò che le rimane è solo un ricordo. Comincia così il viaggio attraverso la sua giornata, dalla foresta alla periferia urbana. Huándăo gōnglù di Adam Young, coproduzione fra Cina e Hong Kong, è incentrato attorno ad un video ed una pistola. Recatosi in un’isola non lontana delle coste del continente cinese per scrivere un articolo, un corrispondente speciale si trova a doversi relazionare con il capitano della security del luogo, con un ragazzo e, infine, sua madre.
La giornata ha visto la proiezione anche di altri cinque cortometraggi del Concorso Internazionale. Il primo, A(U)N del cineasta indiano TS Prasanna, narra la storia di un fotografo, che durante un itinerario naturalistico, si imbatte in un indigeno. Quando il primo cerca di scattare una foto al secondo, quest’ultimo inizialmente scambia la macchina fotografica per un’arma, ma poi incuriosito da quello strano strumento, decide di seguire il fotografo. Secondo film in gara è Pipinara dell’italiano Ludovico Di Martino. Incentrato sull’irrisolto omicidio di Pier Paolo Pasolini, il corto è raccontato dal punto di vista degli uccisori, un gruppo di ragazzi della Ostia anni ’70, società che l’intellettuale aveva tanto amato e che considerava come ultima forma di civiltà pura e non ancora corrotta dal consumismo borghese. Dai toni malinconici è anche Abandon, il cui regista è il giovane indiano Varun Chopra: una storia avvincente che vede come protagonista Austin, adolescente problematico che conosce Faith, una bambina di 9 anni, insieme alla quale si unirà ad una gang per compiere una rapina. Ayerim Villanueva, regista proveniente dalla Costa Rica, ha realizzato Elena film che, indagando le tematiche d’amore, è incentrato sulla libertà di una donna che dopo il rifiuto da parte della sua famiglia, decide di sperimentare la propria sessualità. L’ultimo corto di giornata è stato Roditeli priekhali ko mne na Shri-Lanku, della regista russa Vera Vodynski. La vita di Alex, che vive in maniera spensierata spendendo i soldi dei suoi genitori, viene sconvolta dall’arrivo di quest’ultimi, la cui comparsa coincide con la mistica rivelazione della divinità locale Shamka.
In serata si svolgeranno invece due tra i più attesi programmi speciali di questa edizione, a cominciare dalla masterclass del grande cineasta britannico Peter Greenaway che sarà introdotto dal Prorettore Flavio Gregori. Il programma sarà preceduto dal focus sull’animatrice indiana Gitanjali Rao che ha dato un contributo decisivo a quest’arte nel suo Paese. L’animatrice presenterà i suoi cinque cortometraggi, che hanno come sfondo la “sua” Bombay e parlano di temi adulti e inusuali per il cinema di animazione: una satira di Bollywood in True Love Story (2014), l’immigrazione in Chai (2013) e l’universo femminile in Blue (2009), Orange (2006) e Printed Rainbow (2006), il quale ha vinto il premio per il Miglior Cortometraggio al Festival di Cannes.