Notizie dal Festival


  • 9 Ottobre 2021

La quarta giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival

Presentati i finalisti dei due concorsi collaterali: Music Video Competition e Concorso Scuole Superiori ‘Olga Brunner Levi’.

Ancora proiezioni con le Mujeres nel cinema italiano e i corti dall’Asia orientale

Questa sera le premiazioni e lo spettacolo di chiusura di Igor Imhoff

 

Venezia, 9 ottobre 2021. Ad aprire l’ultima giornata del Ca’ Foscari Short Film Festival all’Auditorium Santa Margherita è stato il Music Video International Competition. Giunto alla sua quinta edizione, il concorso parallelo dedicato ai video musicali ha per protagonisti giovani studenti di scuole di cinema e università di diversi paesi del mondo. Nove i video finalisti proiettati: Pinchazo, descrizione di un futuro distopico di Javier Guerrero e Miguel Noboa, Doyle x Wauro – A.M.I.A., satira nei confronti delle istituzioni governative degli anni ’90 del duo musicale trap alternativo Matyas Doyle e Wauro, The Silver Kingdom di Christopher de Villiers e Midnight di Leila Jurdi, che vedono per protagoniste due giovani donne, Mohinos de Vento di Dani Drumond, primo video musicale del musicista brasiliano Zebeto Corrêa, Helydea del filmmaker italiano Roberto Pisapia, Wish You Were Here di Aditya Vikram Chawla, ambientato in un mondo post-apocalittico, Pick Up Your Cross (and follow me) di Michael J. Keplinger, un video musicale basato sull’animazione a passo uno e realizzato per un brano originale dello stesso regista, e infine The Tower di Sunc̆ana Brkulj, storia di una piccola civiltà che negli anni si fa strada verso l’alto. La giuria che questa sera assegnerà il premio al miglio videoclip è composta dal regista e produttore Giovanni Bedeschi, dal presidente del comitato scientifico della Fondazione Levi Roberto Calabretto e dai compositori Marco Fedalto e Daniele Furlati.

La giornata è poi proseguita con l’ottava edizione del Concorso Scuole Superiori “Olga Brunner Levi”. Istituito dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, storico partner dello Short, il concorso vede come protagonisti studenti delle scuole superiori di secondo grado provenienti da diversi paesi. I giovani registi si sono messi in gioco presentando video che hanno come tema la musica e il ruolo delle donne all’interno di essa. Per l’occasione sono stati proiettati i quattro video finalisti: Dream delle russe Anastasia Rodionova e Valiantsina Tsedzik si ispira alla difficile condizione che abbiamo tutti dovuto affrontare in quest’ultimo periodo, narrando con l’animazione le sensazioni che cinque giovani amici provano a riguardo della pandemia e della distanza che devono mantenere. Dall’Inghilterra Cloned di Paula Szczyrba narra di un esperimento fallito e della paura che si prova nei confronti di se stessi, spesso capaci di cose inimmaginabili. Il terzo video è From What You Left Behind (Australia) di Jodhi Ramsden-Mavric, nel quale amicizia e ricordi sono accompagnati dalla musica. Infine The Dome of the Sky dell’iraniano Mohamad Ghaderi, un cortometraggio che tratta della difficile condizione delle spose-bambine, vittime di una cultura ancora troppo rigida. A giudicare i quattro video è stata una giuria composta da Roberto Calabretto, dalla docente Cosetta Saba e dal compositore Marco Fedalto.

Nel pomeriggio è stata invece presentata la seconda parte dei progetti realizzati dal collettivo Mujeres nel cinema per i generi fiction, attrici, performers e music video. Relativamente alla prima sezione, i quattro cortometraggi in programma ritraggono personaggi femminili nel tentativo di riprendere il controllo della propria vita: da Mille scudi, di Serena Corvaglia, che tratta la fuga di una neomadre tra libertà e vita da fuorilegge con un compagno violento, si è passati a Mind the gap, corto di Donatella Gottardi, tratto da una vera storia d’amore che prosegue anche dopo la morte del marito attraverso la sua voce negli annunci alla stazione dei treni, ma ostacolata dalla sostituzione del nastro con una voce artificiale. Roberta De Santis, in Dalla fine, crea invece il personaggio di Sara, giovane donna incaricata di accudire un vecchio malato di Alzheimer in una casa di cura; passando da tutrice ad accudita, sarà l’uomo ad aiutare la giovane donna a trovare una via d’uscita dal periodo buio che sta vivendo. Il limbo tra un passato doloroso e un futuro incerto è al centro invece di Forza, cortometraggio di Chiara Troisi. Nel programma non è stato solo il prodotto cinematografico a essere al centro della scena, ma anche il corpo della donna: registe, attrici e performer con diversi percorsi alle spalle, diverse biografie, diversi lavori. Erano presenti l’attrice Fulvia Patrizia Olivieri, la cui carriera è stata presentata attraverso il suo showreel, Piera Saladino, attrice di cinema e teatro formatasi tra Roma e Parigi, l’attrice italo-russa Anna Sozzani, di cui è stato mostrato il corto Single, e Lilith Primavera, che ha presentato Goodbye my lover, primo di tre parti di un cortometraggio musicale. Per la sezione dedicata ai music video, la registra Margarita Bareikytè ha presentato OCD, videoclip che esplora il senso di ossessione provato da chi soffre del disturbo ossessivo compulsivo, mentre Francesca Noto ha presentato Balene parte uno (oceano) che attraverso un’atmosfera surreale e onirica avvolge una natura cupa e oppressa.

Le ultime proiezioni della giornate sono state quelle di East Asia Now curato da Stefano Locati, programma ricorrente dedicato al cinema breve dell’Estremo Oriente che quest’anno, attraverso tre cortometraggi, analizza le conseguenze economico-sociali e gli strascichi psicologici della pandemia. I registi di questa sezione, attraverso il ricorso a tecniche filmiche diverse e l’uso estremo di un linguaggio onirico, non hanno risparmiato le più cupe e angoscianti rappresentazioni di paranoia ed ossessione che anche gli spettatori hanno imparato a conoscere. Kim Kang-min dalla Corea del Sud ha proposto, con il cortometraggio Dream, un tuffo in un sogno morboso e surreale in bianco e nero. Immagini grottesche e critica sociale sono invece le protagoniste di Excuse me Miss, Miss, Miss di Sonny Calvento, regista filippino, che presenta una satira su aziendalismo e alienazione. Scelta tecnica molto particolare è quella compiuta da Horii Ayaka, giapponese, in What a day, dove gli spensierati ricordi di una bevuta tra amici pre-lockdown sono recuperati attraverso gli split-screen delle videochiamate, modalità di contatto sociale diffusasi ancora di più nell’ultimo anno.

A chiudere il sipario sull’undicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival ci sarà questa sera la cerimonia di chiusura con le premiazioni a tutti i vincitori e il grande spettacolo a cura di Igor Imhoff a impreziosire la serata.

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