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  • 9 Ottobre 2020

L’IMMAGINAZIONE E LA CREATIVITÀ SALVERANNO IL MONDO VIAGGIO NEL MULTIFORME UNIVERSO DI LORENZO MATTOTTI

Ospite al Ca’ Foscari Short Film Festival l’illustratore e regista ha ripercorso la sua quarantennale carriera

 Protagonista della giornata di ieri al Ca’ Foscari Short Film Festival è stato il regista e illustratore di fama internazionale Lorenzo Mattotti, autore del manifesto di questa decima edizione. In conversazione con l’esperto di animazione e fumetti Davide Giurlando, Mattotti ha ripercorso la sua carriera quarantennale, a partire dal collettivo Valvolinedi Bologna, per poi passare alle copertine realizzate per riviste quali The New Yorkere Le Monde, fino alle sue collaborazioni cinematografiche. Grande spazio è stato dedicato al suo primo lungometraggio da regista, il film d’animazione La famosa invasione degli orsi in Sicilia, proiettato in occasione della pre-apertura del Festival.

Il suo percorso artistico si apre nel segno del fumetto. Ispirato all’idea artigianale di produzione fumettistica di Pratt e Crumb, ma anche dalla generazione del Corriere dei Piccoli, l’idea di creare fumetti nasce dalla volontà di tradurre in immagini la sua realtà personale: dai movimenti culturali dell’epoca, dal teatro e dalla musica rock, senza tralasciare il rapporto dei giovani con i festival di paese. Un linguaggio artistico che si è sviluppato quindi come “un viaggio interiore che diviene rappresentazione pittorica, senza nessuna distinzione tra cultura alta e bassa”. L’evoluzione di Mattotti è veloce, soprattutto agli inizi: dai colori vivaci alle sperimentazioni con il bianco e nero, tali esperienze lo portano a sviluppare stili diversi che successivamente diventano linguaggi dal sapore quasi cinematografico. L’autore, infatti, ha sempre pensato alle sue storie come a una forma di cinema o di letteratura: “Ogni storia era un’occasione per esplorare un mondo, un’espressione grafica”. A partire da uno stile preciso (come il segno pulito ed essenziale) l’esperienza narrativa si concretizzava in forma artistica. Si pensi ad esempio alle storie ispirate all’espressionismo o a Bacon come in Dr. Jekyll & Mr. Hyde, oppure alla pittura del Seicento in Caboto, o al realismo americano ne Il rumore della brina. Anche la musica è stato un ambito esplorato dall’autore, come nella sua collaborazione con Lou Reed per The Raven, tratto dal poema di Edgar Allan Poe. Successivamente Mattotti introduce un nuovo modo di sperimentare il bianco e nero, con immagini che ricordano gli storyboard. Queste ultime sono accompagnate da un’esplorazione del mondo fantastico attraverso il supporto del segno che, metamorfico, è in costante trasformazione: un’idea che si avvicina all’animazione. La metamorfosi come comune denominatore si concretizza poi con le sue iconiche locandine, in particolare quelle per la Mostra del Cinema di Venezia, e con la vivace sigla introduttiva alle proiezioni della Mostra.

La parte finale dell’incontro è stata dedicata al suo primo film da regista, La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Particolarmente interessate per l’autore è il rapporto tra Buzzati e la Sicilia: “Probabilmente la Sicilia era il mondo esotico della fantasia di Buzzati, un mondo lontano”. Partendo dai disegni dello stesso scrittore, Mattotti ha mescolato catene montuose e vette altissime con i colori caldi e accesi del Mediterraneo. Buzzati, infatti, era un’amante della montagna. Con la leggerezza e la gentilezza che lo contraddistinguono, l’autore ha poi risposto alle curiosità del pubblico, soffermandosi, tra le altre cose, sul rapporto con l’estetica e i personaggi di Buzzati e sulla collaborazione con Andrea Camilleri. Il noto scrittore siciliano ha infatti prestato la sua voce all’anziano orso: “Per doppiare il vecchio orso,ci è subito venuto in mente Camilleri: un grande narratore carismatico dalla voce cavernosa. All’epoca Camilleri era già cieco, perciò è stato straordinario il lavoro fatto dalla direttrice del doppiaggio e dai fonici”. Mattotti, delineando il suo rapporto con i disegni di Buzzati, sottolinea che gran parte del suo modus operandista nel catturare le idee originali di Buzzati e nel trasformarle – cercando di evidenziare le caratteristiche peculiari dei personaggi – senza variare la loro natura originaria. Si pensi ad esempio al lavoro fatto sul personaggio di Ambrosis, con il suo corpo così spigoloso, quasi da insetto. In particolare, un grande intervento è stato fatto sui volumi e sull’elasticità dei personaggi e dei paesaggi: “Il gioco con i volumi e l’elasticità ha reso i personaggi molto più cinematografici, anche grazie al lavoro sulle ombre realizzato da un team specifico: ogni personaggio ha le proprie ombre ed esse si fondono con il mondo circostante”. L’opera di Dino Buzzati, in particolare Poema a fumetti (1969), è da sempre parte dell’immaginario dell’autore e ha influenzato le sue modalità estetiche e narrative: “Il fatto che uno scrittore come Dino Buzzati pubblicasse un libro a fumetti significava che i fumetti erano importanti”. L’intervento si è concluso con l’insegnamento più importante che il finale del film sembra suggerire: “È con l’immaginazione e la creatività che è possibile risolvere questioni complesse e i bambini da questo punto di vista possono insegnarci molto”.

Lorenzo Mattotti nasce a Brescia nel 1954 e realizza i suoi primi fumetti nel 1975, per poi unirsi al collettivo Valvoline di Bologna pubblicando sullo storico supplemento di ‘Alter Alter’ alcuni dei lavori che lo hanno reso celebre, come Il Signor Spartaco (1982) e Fuochi(1984). Da sempre a stretto contatto con il cinema, ha realizzato i bellissimi disegni (quasi un film a sé, in tre diversi stili) che collegano gli episodi del film collettivo Eros, diretto da Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh e Wong Kar-wai, per poi contribuire con il suo tratto inconfondibile al Pinocchio (2012) di Enzo D’Alo. Pur risiedendo da anni a Parigi, Mattotti conserva un legame speciale con la città di Venezia, dove ha trascorso il suo periodo universitario e a cui ha poi dedicato il magnifico volume illustrato Venezia. Scavando nell’acqua (2011). Il suo talento è ormai riconosciuto a livello mondiale, portandolo a numerose collaborazioni internazionali, tra le quali si ricordano quelle con The New Yorker, Le Monde con il Festival di Cannes e, non ultima, con la Mostra del Cinema, di cui autore del manifesto e della sigla. La sua ultima graphic novel è Ghirlanda (2017).

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