Kabir Bedi per Care&Share

Un programma a cura di Stefano Beggiora


L’India è un paese straordinario e misterioso. Una delle culle delle civiltà più antiche, ha sempre affascinato il mondo intero per la sua cultura millenaria e per la sua posizione strategica al centro delle più frequentate rotte commerciali della storia, come le vie della seta e delle spezie. Dopo quasi duecento anni di dominio coloniale e sfruttamento che hanno contraddistinto e gravato la sua età moderna, l’India è stato un paese in grado di rialzarsi e trovare la strada della propria indipendenza, unità e autoaffermazione. Ma nonostante oggi il Subcontinente sia un paese in costante crescita ed esponenziale sviluppo, che ha raggiunto una posizione di prima grandezza nei mercati asiatici, parecchie sono ancora le criticità da risolvere soprattutto nelle zone rurali o di più difficile accesso. Povertà, disparità sociale, criticità nelle infrastrutture, sono tutte problematiche la cui analisi e risoluzione sono a tutti gli effetti estremamente complesse ancor oggi. La recente pandemia globale ha messo in luce le emergenze irrisolte di un sistema eterogeneo e per certi versi controverso, di cui però l’India non ha mai fatto segreto. Questo è uno dei più grandi paradossi del paese: lo sfavillante skyline delle grandi metropoli contrasta col profilo sottostante degli slums o con le dinamiche di arretratezza in cui versano alcune delle zone più remote degli interni. L’anello più debole di questo scenario sono ancora una volta i bambini.

È per questo motivo che sono molti i gruppi di volontariato, le NGO – la cui attività è stata in molto casi poi formalmente riconosciuta dal governo – gli enti e le associazioni, il cui lavoro è stato fondamentale in questi ultimi decenni. Fra questi l’esperienza di Care & Share è indubbiamente un punto di riferimento, un brillante esempio di solidarietà e impegno. La cosa che forse più mi ha colpito a Vijayawada, nella regione indiana dell’Andhra Pradesh, è che a latere delle numerose iniziative storiche dell’associazione, primariamente finalizzate all’alfabetizzazione, le cure sanitarie, la raccolta e l’assistenza dei bimbi di strada, la presenza di Care&Share fungesse ormai da fondamentale e fidato interlocutore con le istituzioni locali nelle moltissime problematiche quotidiane di difficile gestione.
Il connubio con una grande personalità come Kabir Bedi, protagonista del cinema indiano e internazionale – ma che con l’Italia condivide un reciproco legame di affetto e conoscenza profondi – non può che confermare le potenzialità della settima arte nella sensibilizzazione e la condivisione col grande pubblico dei temi che più ci stanno a cuore.

Stefano Beggiora

 

Dal 1991, Care&Share Italia sostiene i bambini più poveri e disagiati dell’India attraverso la promozione e la difesa dei diritti dell’infanzia, tra cui l’accesso all’istruzione. Trent’anni fa un gruppo di amici veneziani si interessò alla situazione dei bambini nella regione dell’Andhra Pradesh e in particolare nella città di Vijayawada: negli slum vivevano (e vivono ancora) prevalentemente i cosidetti fuori casta o intoccabili, in condizioni di vita precarie e degradanti, in quasi assoluta povertà. Nel tempo, grazie alla trasformazione in Onlus (nel 2000) e in ONG (nel 2007), l’associazione ha esteso il suo raggio d’azione anche alla zona di Hyderabad, città da 12 milioni di abitanti e 200 slum, e alle zone tribali dell’India meridionale dove vivono ancora gli Adivasi, originari abitanti dell’India: spesso analfabeti, dipendono da silvicoltura e agricoltura, e sono quindi molto colpiti dal clima avverso.

L’India fu scelta per diversi motivi: in questo Paese si concentra un terzo dei poveri del pianeta, che secondo le stime dell’OCSE costituisce il 42% della popolazione, e il divario tra ricchi e poveri non farà che crescere ulteriormente nel prossimo futuro. Le tangibili disuguaglianze sociali influiscono notevolmente sui bambini più piccoli: l’UNICEF riporta la morte di quasi un milione e mezzo di bambini prima dei 5 anni per infezioni che potrebbero essere prevenute; un bambino malnutrito su tre nel mondo è indiano, più di 122 milioni di famiglie non dispongono di servizi igienici, e come conseguenza di tutto questo, il 20% dei bambini tra i 6 e i 14 anni non va a scuola.

L’obiettivo di Care&Share è quindi quello di garantire a tutti i bambini la possibilità di ricevere un’istruzione e di completare gli studi, permettendo loro di realizzare le proprie aspirazioni, accedere al mercato del lavoro e aiutare di riflesso le comunità di origine. In 30 anni sono stati avviati all’istruzione oltre 20.000 bambini e ragazzi grazie al sostegno a distanza cha ha coinvolto oltre 10.000 donatori italiani. Oltre a questo sono numerosi i progetti avviati da Care&Share Italia e vanno dalla costruzione di asili e scuole alla realizzazione di strutture sicure dove le mamme lavoratrici possono lasciare i figli durante l’orario di lavoro; dalla ristrutturazione delle scuole all’innovazione del sistema scolastico; dalla sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione al pagamento di rette, spese di trasporto e vestiario, materiale scolastico, visite e interventi medici; dai recenti interventi di supporto alle vittime del Covid19 fino al sostegno e all’emancipazione della donna;

 

KABIR BEDI

Nato a Lahore nel Punjab da una famiglia molto tollerante e impegnata nella lotta per l’indipendenza dal dominio coloniale britannico, Kabir Bedi è uno dei pochi attori indiani ad aver guadagnato fama e riconoscimento per i suoi ruoli iconici in Europa e a Hollywood: ha all’attivo oltre 60 film di Bollywood, tra cui “Khoon Bhari Maang” (1988), per citarne uno; ha lavorato in numerose serie tv di Hollywood, tra cui “Il Ladro di Baghdad” (1978), “Ashanti” (1979), “Dynasty” (1982-1986), “La signora in giallo” (1988), “Magnum, P.I.” (1988), “Higlander” (1995), “Beautiful” (1994-2005); il successo internazionale è però dovuto al ruolo di Gobinda in uno degli 007 a fianco di Roger Moore (“Octopussy-Operazione piovra” del 1983), e a “Sandokan” (1976), nel quale ha recitato la parte del protagonista, il romantico pirata malese uscito dalla penna dello scrittore Emilio Salgari. Negli ultimi anni, Bedi ha preso parte a programmi della TV italiana, come “L’isola dei famosi” e “Un Medico in Famiglia”, oltre ad aver lavorato alla radio e a un libro autobiografico, “Storie che vi devo raccontare. La mia avventura umana” (2021).

Il successo internazionale non ne ha limitato l’attivismo nel suo Paese d’origine: Bedi collabora con il Times of India e Tehelka sulle questioni politiche e sociali che colpiscono l’India, e interviene a riguardo di questi temi anche sulla televisione nazionale indiana. È Brand Ambassador per il Rotary International South Asia per il loro programma d’insegnamento e per la Total Literacy Mission in India e nell’Asia meridionale. Per la sua importanza nella scena televisiva italiana è stato naturalizzato italiano, e il 2 giugno 2010 è stato ufficialmente nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica. Bedi è membro votante dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, guida una società cinematografica di film indiani e internazionali, e vive sulla spiaggia di Juhu, Mumbai, insieme alla moglie, la produttrice Parveen Dusanj.

Dietro all’attore si cela anche un uomo interessato in prima persona a numerose cause filantropiche e sociali: è Ambasciatore Onorario di SightSavers India, che combatte la cecità evitabile e sostiene le persone non vedenti, e dal 2018 è Global Ambassador di Care&Share Italia nel mondo, attratto in particolare dall’anima italiana dell’organizzazione e dalla sua mission di permettere a bambini indiani a rischio di marginalizzazione e abbandono di compiere il faticoso cammino “dalla strada alla scuola”. Ha inaugurato il 4 gennaio 2019 l’Anganwadi di Bagath Singh Nagar a Hyderabad, e nella primavera del 2019 ha girato l’Italia con un tour per sensibilizzare la causa di questa associazione, parlando anche nelle televisioni nazionali.

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