Lo sguardo sospeso


Programma speciale a cura di Elisabetta Di Sopra

Il programma speciale Lo sguardo sospeso è una rassegna di videoarte curata dall’artista Elisabetta Di Sopra, nella quale saranno presentati alcuni dei videoartisti più interessanti del panorama italiano contemporaneo, con opere che si concentrano prevalentemente sul tema dell’individuo, della relazione con se stesso, con gli altri e con la società in cui egli vive e lavora.

Gli artisti protagonisti saranno Sabrina Mazzuoli performer, coreografa e video artista, Michele Innocente, i cui video possono considerarsi come un dialogo tra le arti plastiche e le arti sceniche, Devis Venturelli con produzioni video che si concentrano sul paesaggio urbano cittadino, il quale viene reinterpretato ai fini della percezione della realtà oltre le consuetudini sociali. E ancora Cristina Pavesi, la cui produzione si basa sulla rivisitazione dei temi classici della storia dell’arte in modo metaforico e spesso ironico, Francesca Finiartista romana che si occupa di mixed media, video e performance mettendo in luce tematiche politiche e sociali, Mauro Rescigno che nella sua personale ricerca indaga sia  il mondo invisibile che la realtà percepibile attraverso il mezzo digitale. Infine saranno presenti anche opere di Filippo Berta che ha partecipato a numerosi festival di arte contemporanea, di Alessia Travaglini che realizza videoclip, animazioni, shortfilm e di Isobel Blank, nella cui opera, che pone il corpo al centro della sua ricerca, confluiscono varie discipline quali scultura, teatro, danza, disegno e fotografia.

CAN YOU HEAR ME ? di Sabrina Mazzuoli
2011, 1’17”
Si tratta di un connubio di danza, recitazione e proiezioni il cui scopo consiste nell’indagare gli aspetti positivi e negativi della solitudine e della vulnerabilità  nascosta e scoperta, di ogni individuo davanti agli altri. 

SCHIAVITU’ CIVILIZZATA di Michele Innocente
2009, 2’09”
Questo video vuole accusare le condizioni di vita e le fatiche dei lavoratori della fabbrica. Vengono proposti flash di vita quotidiana che inscenano la realtà in cui gli operai vivono, laddove ogni giorno simboleggia un muro da scalare verso la libertà.

ETEROTOPIA di Devis Venturelli
2012, 3’57”
Le riprese sono state realizzate nel quartiere Adriano di Roma, dal vano posteriore di un automobile, sulla quale erano applicati dei pezzi di cellophane. Questo, grazie alla fluidità della sua forma si contrappone alla rigidità edilizia, e diviene la metafora della struttura illusoria di ciò che idealmente avvolge e ridefinisce il rapporto tra uomini e ambiente urbano.

STILL ALIVE #2 di Cristina Pavesi
2012, 2’56”
L’immagine proposta in questo video può definirsi un’ambientazione caravaggesca e fiamminga in quanto un mazzo di rose secche viene illuminato su uno sfondo nero. Un vento irreale, grazie alle sue vibrazioni rende vitale l’iniziale scena della natura morta, in quanto viene offerta profondità all’immagine caratterizzata dalla completa immobilità degli oggetti.

PIG #1 di Francesca Fini
2013,  9’17”
ll video inscena un uomo e una donna che si prendono a schiaffi con le mani ricoperte di vernice colorata, e alle loro spalle si trova una tela nera che ne raccoglie gli schizzi. Tale azione è la metafora della violenza irrazionale e metodica, vista come un rituale delle forme della violenza domestica, alla quale il pubblico assiste come un osservatore in un laboratorio. Alla fine l’uomo e la donna si tolgono i vestiti sporchi e li inchiodano alla tela, quindi la violenza si trasforma in azione serializzata, laddove la routine del male diventa routine dell’arte.

ICE WORLD di Mauro Rescigno
2012, 02’03”
Viene utilizzata l’animazione 3D per ricreare un ambiente chiuso e ghiacciato, disordinato, nel quale si riconoscono oggetti appartenenti alla realtà quotidiana. Questo mondo congelato, in cui le cosa, la natura e le persone sono imprigionate, è una metafora della realtà immobilizzata, e simbolo del disagio della crisi interiore dell’individuo.

CONCERTO PER SOLISTI di Filippo Berta
2012, 1’43”
La scena inizia con un gruppo di uomini che beve il brodo all’interno di una mensa, e ognuno  emette un rimore fastidioso, creado un fracasso caotico collettivo, in cui tutti competono contro tutti per coprire i rispettivi gorgogli.

SECRETS di Alessia Travaglini
2006, 6’15”
Questo video utilizza come punto di partenza i simboli dell’idea surreale del “un chien andalou” per fornire una nuova visione contemporanea del sesso, della chiesa, della società moderna e delle classi sociali.

SELFPORTRAIT di Isobel Blank
2009, 2’54”
L’autoritratto come un modo efficace per una nuova e rigenerativa auto-definizione, il filtro che può rendere surreale il legame indissolubile tra il reale e la persona. Il percorso visivo procede per similitudini e metafore visive in cui la natura quasi si nutre dei mutamenti stessi che produce.

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