Un programma speciale a cura di Carlo Montanaro
Ha indicato e stabilito di volta in volta in più di duecento anni le tappe intermedie dell’ineluttabile progresso, la carta. Per poi diventare l’elemento autoriale per eccellenza, quando la celluloide ha preso il sopravvento consentendo la nascita e l’affermarsi del cinematografo. Inizialmente accantonata è stata presto ritrovata come base per offrire la vita artificiale alle immagini. Creando un principio (il passo uno) poi applicato per pupazzi, oggetti e perfino per la natura. Un principio che continua anche nel digitale a consentire al singolo autore (l’artista solo con se stesso!) di gestire in proprio l’intero processo elaborativo. Che, fin dal principio, ha meditato su se stesso, con ironia e leggerezza, com’è tipico dell’utilizzo smaliziato del segno grafico. Segno che parte addirittura dall’incapacità dell’emulsione fotografica di codificare in bianco&nero tutti i colori consentendo un prodigiosamente veloce “ricalco”, per passare ai giocattoli che prendono vita, e arrivando alla caricatura ora dei personaggi ora della tecnica necessaria alla stessa esistenza del fenomeno. Blackton, Cohl, Sullivan, Fleischer, Sarg, sono solo alcuni dei pionieri che hanno inventato tutto quasi sempre venendo poi dimenticati.
Blackton Sketches n. 1 Thomas Edison 1896
Di origini inglese James Stewart Blackton era uno straordinario disegnatore che si esibiva anche nei teatri di varietà facendo la spalla al prestigiatore Albert Smith. Vignettista per il quotidiano New York World venne coinvolto nella sperimentazione americana del nascente cinematografo eseguendo dal vero nello Studio Black Maria un ritratto dell’Inventore Thomas Alva Edison. Accordandosi poi con lui per l’utilizzo della sua invenzione negli spettacoli che conduceva con Smith e fondando con lui nel 1897 la compagnia Vitagraph Co. of America. Può essere ritenuto l’inventore del “passo uno” o cinema disegnato , inizialmente adoperando gesso, cancellino e lavagna e in seguito il cartoncino ritagliato arrivando presto all’animazione di oggetti. Continua a sperimentare come regista e produttore fino al crollo della borsa di New York del 1929.
Le theatre du petit Bob – Gaston Velle 1906
Gaston Velle fu uno dei pionieri degli effetti speciali nel cinema francese dopo aver iniziato la sua carriera come mago e illusionista. Lavora con i Lumière, anche se è ricordato principalmente per la sua collaborazione con la Pathé, in competizione con la fantasia e la la qualità espresse dal pioniere per eccellenza del film a trucco Georges Méliès. Nel 1907 viene ingaggiato in Italia dalla Cines diventando il primo autore di fiction italiana. Malgrado le accuse di copia e plagio lo richiamano presto a lavorare in patria.
Le binettoscole – Émile Cohl 1010
Emile Courtet, Cohl, disegna, fotografa, scrive commedie. E’ proprio come soggettista che viene assunto alla Gaumont. Dove nel 1908 ottiene l’opportunità di provare a “disegnare” un film, Fantasmagorie. Da quel momento e per anni dota di vita autonoma le cose più diverse citando perfino il cinema, con una grande curiosità, competenza e fantasia. Nella sua inesauribile necessità di variare sfiora anche momenti di pre optical, pre surrealismo, pre astrazione e pre, in generale, assolutamente consapevoli. Assunto dalla Eclair viene inviato nel 1912 in America dove il suo lavoro verrà studiato e copiato, aprendo la strada alla grande animazione made-in-usa.
Charley on the farm – Otto Messmer, Paul Sullivan 1919
Di origine australiana, Pat Sullivan, comincia a pubblicare disegni satirici in Gran Bretagna per approdare poi in america dove, nel 1917 apre uno studio di animazione inventando (e depositando) un personaggio tra il divertito e il surreale, Felix the Cat. Che ottiene un successo straordinario approdando presto anche sulla carta stampata. E’ il primo importante eroe di carta del mondo della celluloide che permette allo studio di dedicarsi anche ad altri personaggi come un Chaplin in caricatura. Le traversie umane di Sullivan, gran bevitore, non influiscono sulla qualità e la continuità della produzione perché le storie e I disegni appartengono a Otto Messer, dipendente timido e sottomesso che solo alla morte del “capo” proverà a rivendicare, ottenendo solo un tardivo successo di stima, la sua autorialità.
The original movie – Tony Sarg 1922
Tony Sarg (di origine sudamericana) fu uno dei più famosi marionettisti americani. Dedicandosi anche, a cavalo egli anni ’20, ad un cinema animato realizzato con silhouette di carta ritagliata. Su uno sfondo essenziale, agiscono personaggi alle origini della vita moderna, prefigurando la flistoniana età della pietra con gli annessi e i connessi fantasiosi che satireggiano paradossalmente.
Felix in Hollywood – Pat Sullivan 1923
Un attore affamato, ridotto a provare la fortuna nel cinema, sei trasferisce ad Hollywood. Il suo gatto, Felix, decide di posare come una borsa da viaggio e parte con lui. Questa è la trama, Felix riuscirà persino ad incontrare attori del calibro di Charlie Chaplin e Cecil B. DeMille.
KOKO the Clown – Dave Fleischer, Max Fleischer 1924
Immigrati tedeschi I fratelli Fleischer muovono I primi passi nel cinema d’animazione inventando un sistema (il rotoscopio) per ricavare direttamente dai movimento del corpo il delineo dei personagi animati. E anche la possibilità di accoppiare nella ripresa definitiva l’animazione con il dal vero. Comincia così competizione a tappe tra Max (fratello maggiore) e Koko, una sorta di Clown scontornato sul corpo del fratello Dave. Nella serie di Koko nascerà la sensualissima Betty Boop, e in quella di Betty Boop troverà poi posto Braccio di Ferro. Altri importanti personaggi (perfino Superman) usciranno da l’unico studio americano in reale competizione, fino agli anni ’40, anche per l’uso dei ritrovati tenologici (sonoro -come in CARTOONS FACTORY- colore, 3D) con quello Disney.