Short meets Liliana Cavani

Programma speciale a cura di Anton Giulio Mancino


Multiverso Cavani

30/08/2023 Biennale di Venezia, 80 Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica, cerimonia di apertura con il Leone d’Oro alla Carriera alla regista Liliana Cavani nella foto

Il bandolo della matassa, quale che sia il verso scelto dell’indagine a tutto campo, varia di volta in volta, dai documentari degli anni Sessanta al trittico dedicato a Francesco D’Assisi; dai film politicamente antagonisti verso il potere istituzionale come I cannibali o Galileo, votati all’antipsichiatria come L’ospite o spiritualmente remoti a quelli altrettanto d’opposizione, sia pure in chiave mistica, come Milarepa; o ancora dai classici più estremi come Il portiere di notte, Al di là del bene e del male e Interno berlinese agli incompresi e vessati Oltre la porta o Dove siete? Io sono qui; dai titoli con una matrice letteraria più dichiarata quali La pelle e Il gioco di Ripley, fino all’ultimo sigillo escatologico che è L’ordine del tempo.

Tutto è insomma a tempo indeterminato iscritto nell’inconfondibile arte cinematografica di Liliana Cavani, dove i sensi si incontrano e si congiungono, necessariamente, a riprova dell’impossibilità dell’autrice di esprimersi diversamente con altrettanta proprietà linguistica, stante l’esigenza di mettere a frutto la coesistenza e combinazione implicita di canali comunicativi e comunicanti tra loro. È iscritto cioè, nelle pratiche dell’audiovisivo che altrimenti non potrebbe essere detto separando l’istanza visiva da quella sonora, quel singolare/plurale bisogno di trovare, storicamente, psicologicamente, culturalmente un meccanismo che garantisca, sia pure in modalità provvisoria e provocatoria, sotto la costante minaccia e sanzione sociale, politica e istituzionale una stabilità dentro o fuori schemi imposti dall’esterno, interiore, intima, interna e in interni che custodiscano, proteggano, preservino da occhi indiscreti, salvo quello degli spettatori onniveggenti il segreto, il tabù violato, lo scandalo.

Ogni film con il marchio Cavani è potenzialmente una parabola di possessioni incrociate, interdipendenti, non diaboliche, non essendovi la necessità convenzionale di chiamare in causa il diavolo, sia pure sfiorato nelle intimidazioni processuali e verticistiche in Galileo, a dimostrazione di un paese perennemente assoggettato, vincolato, bloccato dove la soluzione al problema insanabile della disparità tra i soggetti di genere, familiari, sociali e culturali si risolve nello strappo fortunato o sfortunato alla regola, di solito precario e tragico, talvolta duraturo, come soluzione estrema alla possibilità di uscire dall’impasse di un’oppressione – nelle forme note o disponibili – atavica o contingente, biologica o culturale, storica o antropologica, la famiglia come il patriarcato, l’eterosessualità come l’ortodossia del pensiero, il maschilismo come il nazismo. Il dominio, ovvero il potere inteso come infelicità che nega e reprime la gioiosa potenza, intercettando la possessione si risolve in un contropotere di ritorno: un multiverso ante litteram, compresente e connesso, inseparabile e fatale, melodrammatico e tragico, pittorico e architettonico, diversamente religioso e ascetico, sessuale e sentimentale.

Anton Giulio Mancino

 

SINOSSI FILM

La donna nella Resistenza (1965)
“La donna nella Resistenza”, diretto da Liliana Cavani e trasmesso nel 1965 dalla RAI, è un documentario di 47 minuti realizzato per commemorare il ventesimo anniversario della Liberazione. Appartenente alla rubrica “Prima pagina – programma di attualità,” il film è un’inchiesta giornalistica curata da Paolo Glorioso. Attraverso le interviste a una ventina di donne partigiane di varie età e provenienze geografiche, il documentario offre testimonianze toccanti e drammatiche della loro esperienza durante la Resistenza. Narrato dalla voce fuori campo di Riccardo Cucciolla, tra le storie narrate ci sono quelle di Germana Boldrini, Marcella Ficca, e Maria Clotilde Agnoletti Fusconi, persone che hanno svolto ruoli cruciali in episodi significativi durante la lotta antifascista. Il documentario si apre con lettere di addio scritte da donne condannate a morte dai nazifascisti, offrendo un affresco intenso narrato sul filo della memoria della straordinaria dedizione e del coraggio delle donne coinvolte nella Resistenza.

Francesco (1989)
“Francesco,” diretto da Liliana Cavani nel 1989, ripercorre la vita di san Francesco d’Assisi attraverso i ricordi di Chiara e dei suoi primi seguaci. Il film narra la trasformazione di Francesco, da una giovinezza dissipata alla prigionia in guerra, che lo spinge a rinunciare ai beni terreni. Dopo la lettura della Bibbia tradotta, Francesco comprende la dedizione completa a Dio secondo gli insegnamenti evangelici, chiedendo al papa Innocenzo III di poter predicare una vita di povertà e condivisione spirituale, rompendo con le convenzioni del suo tempo.

Il portiere di notte (1974)
La storia di ‘Il portiere di notte’ si svolge nel 1957, alcuni anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, e si concentra su Lucia, un’ebrea che ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento, e Maximilian, il suo aguzzino nazista. Quest’ultimo, sotto falso nome, svolge il ruolo di portiere notturno in un hotel di Vienna. Quando i due si incontrano casualmente, inizia un intricato intreccio di relazioni sadomasochiste. La peculiarità della situazione risiede nel fatto che Lucia conosce il vero passato di Maximilian, avendo così il potere di denunciarlo o fuggire. ‘Il portiere di notte’ affronta temi controversi e disturbanti, creando uno scenario carico di tensione sessuale e tormento psicologico. Il film di Liliana Cavani continua a suscitare discussioni per la sua audacia nel trattare il tema della trasgressione sessuale in un contesto così oscuro e delicato come quello dell’Olocausto.

Al di là del bene e del male (1977)
Il film “Al di là del bene e del male,” diretto da Liliana Cavani nel 1977, prende il titolo dall’omonima opera del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Il film segue la vita dello stesso filosofo Friedrich Nietzsche e di Paul Rée e Lou von Salomé nel loro intenso triangolo amoroso. Dopo un inizio promettente, la relazione diventa complicata a causa delle diverse dinamiche e dei sentimenti contrastanti dei protagonisti. La presenza ingombrante della sorella di Nietzsche, Elisabeth, contribuisce a complicare ulteriormente le cose. La storia esplora le sfide dell’amore, della gelosia e della follia, culminando in eventi tragici che segnano la vita dei personaggi principali. Il film offre uno sguardo profondo nelle complesse relazioni umane e nelle tensioni culturali del tempo.

Interno berlinese (1985)
“Interno berlinese” è un film del 1985 diretto da Liliana Cavani, liberamente tratto dal romanzo “La croce buddista” dello scrittore giapponese Tanizaki Jun’ichiro. La storia si svolge a Berlino nel 1938 e ha come protagonista Louise von Hollendorf, moglie di un alto funzionario del Ministero degli Esteri. Durante un corso di disegno, Louise incontra Mitsuko, affascinante figlia dell’ambasciatore nipponico, dando inizio a una storia passionale che coinvolge anche il marito. Mitsuko li trascina in un intricato gioco erotico, complicato ulteriormente dalla situazione politica della Germania nazista.

Il gioco di Ripley (Ripley’s Game) (2002)
“Il gioco di Ripley (Ripley’s Game)” è un film del 2002 tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith. La storia segue Tom Ripley, ex criminale statunitense residente in Italia, sposato con una giovane moglie. Durante una festa, un corniciaio inglese malato, Jonathan, lo insulta pubblicamente, suscitando il suo desiderio di vendetta. L’occasione si presenta quando l’ex-socio Reeves chiede a Ripley di trovare un sicario per uccidere un malavitoso in Germania e lui suggerisce Jonathan, ignaro di essere coinvolto in un subdolo “gioco” vendicativo orchestrato da Ripley. La trama si sviluppa in un vortice di violenza, omicidi e inganni, con ambientazioni suggestive in ville palladiane, e riprese effettuate tra  Padova, Vicenza, Bassano del Grappa e Berlino.

L’ordine del tempo (2023)
“L’ordine del tempo” è un film italiano del 2023 ispirato all’omonimo saggio di Carlo Rovelli, che ha anche ricoperto il ruolo di consulente scientifico. La trama segue un gruppo di amici di lunga data che si riunisce per una breve vacanza nella villetta al mare di due di loro, insieme alla loro figlia adolescente. L’incertezza su una possibile fine del mondo crea tensioni nel gruppo, portando a riflessioni profonde sulle loro vite passate e presenti.

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